Politica

Gli irriducibili di Calais, in migliaia non vogliono andarsene

 

Calais (askanews) - Lo smantellamento della "Giungla" di Calais è cominciato in un clima di calma, con i primi autobus di migranti partiti alla volta di uno dei 451 centri di accoglienza senza particolari tensioni. Una calma però del tutto relativa, avvisano le associazioni sul campo. I primi a partire sono state le persone che volevano andarsene da questo accampamento in mezzo al fango dove hanno vissuto per mesi aiutati solo dai volontari, come Elham, 20 anni afgano, in partenza da Calais."Io resto qui, sono sicuro. Resto in Francia, la Francia va bene, le persone sono brave. Ci aiutano nella 'Giungla' portando cibo e coperte".Ma tantissimi sognano l'Inghilterra, non hanno alcuna intenzione di sgomberare il campo. E sono migliaia, spiega Christian Salomé, presidente dell'associazione "L'Auberge des migrants". "Lo Stato e le associazioni stimano che almeno 2.000 persone persisteranno nella loro idea di andare in Inghilterra nei prossimi giorni e resteranno a Calais. Quindi da una parte ci sono quelli già nascosti nelle case, nelle baracche, nelle officine abbandonate, e dall'altra quelli che vogliono restare nel loro rifugi fino all'ultimo momento. E' successo anche a febbraio, ci sono state persone rimaste nei loro rifugi per evitare che i bulldozer li abbattessero".Il governo francese conta di portare via tutti i migranti, fra i 6 e gli 8mila, entro la fine della settimana, ma proprio gli ultimi giorni, quando bisognerà mettere sugli autobus le persone che non vogliono partire, potrebbero essere più difficili."Tutti i miei amici non capiscono neanche in quale città stanno andando", dice Sam, afgano, in procinto di salire sull'autobus, dando voce allo spaesamento che accomuna chi resta e chi va, entrambi uniti dalla difficoltà di immaginare un futuro sempre incerto.