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Milano, migranti in via Sammartini: un pasto e un letto per tutti

 

Milano, (askanews) - Costantina Regazzo è il direttore dei servizi del Progetto Arca. Un sms sul suo telefono a metà giornata la informa sul numero dei migranti che hanno trascorso la notte nell'hub gestito dalla fondazione in via Sammartini a Milano, che in realtà di posti ne avrebbe solo 75. Il fatto è che in questi spazi da diverse sere, quando gli altri 16 centri di accoglienza della città sono saturi, si spostano tavoli e sedie e si fa spazio ai letti, tanti quanti ne servono."Di notte siccome non vogliamo lasciare persone in strada trasformiamo questo posto in un centro di accoglienza notturna".Le parole di Costantina raccontano quello che da giorni Milano sta vivendo. Un flusso consistente di migranti in arrivo che vede la città più come una meta che come un luogo di passaggio, complice la chiusura delle frontiere svizzere e i respingimenti di Ventimiglia. La rete dei centri di accoglienza opera al massimo delle proprie possibilità e in alcuni casi oltre. Proprio come l'hub del Progetto Arca dove nel primo week and di agosto si è raggiunto il picco di 400 persone a notte. Questo in teoria sarebbe solo un punto di primissima accoglienza ma ormai da giorni opera come un vero e proprio centro."Quando arriva il migrante viene registrato e poi nel tardo pomeriggio viene trasferito in un centro di accoglienza. Naturalmente non potendo inviare più persone nei centri ci troviamo a gestire la quotidianità".Una quotidianità fatta di code pazienti sotto il sole per avere un pasto caldo, e qui se ne servono 600 al giorno, qualche tiro ad un pallone, una doccia e abiti puliti, giochi e colori per i più piccoli."C'è un presidio sanitario con medici dell'Ats, uno spazio bimbi gestito da Save the Children e Albero della vita col tema delicato dei minori e molte organizzazioni ci hanno messo a disposizione strumenti come i pc e la rete Internet che consentono agli ospiti di parlare con le loro famiglie".La presenza di donne e minori tra i profughi, che sono per lo più somali ed eritrei, rende più complessa la gestione:"Sono arrivate più donne con bambini, sono donne sole che hanno perso i compagni o non sanno dove sono e questo ci richiede un maggiore impegno sia per l'invio in altri centri che per la gestione di questa struttura".Accanto all'impegno di operatori e volontari c'è anche il sostegno dei milanesi, capaci di andare oltre le polemiche politiche:"I milanesi sono estremamente solidali, abbiamo persone che tutti i giorni arrivano e ci portano tutto quello che serve. Sicuramente le risposte principali arrivano dalle grandi organizzazioni ma tutto ciò che arriva è provvidenziale"