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Naufragio in Libia, la testimonianza di un'operatrice di Msf

 

Khoms, Libia (askanews) - Oltre cento persone, tra cui donne e bambini, sono morte in un naufragio al largo delle coste della Libia nei primi giorni del mese di settembre 2018. Un gruppo di 276 persone, tra cui quelle scampate al naufragio, è stato portato nella città portuale di Khoms (120 chilometri a est della capitale Tripoli) dalla Guardia costiera libica. Sara Creta, operatrice di Medici senza frontiere, ha ricostruito l'accaduto con questa testimonianza audio."Le persone ci hanno raccontato di questo naufragio - ha detto - e dai loro racconti emerge che c'era questa nave con circa 165 persone a bordo e una ventina di bambini, non erano lontani dalle coste maltesi quando hanno chiamato soccorso con un telefono satellitare. Hanno comunicato le coordinate chiedendo assistenza perché le persone cominciavano a cadere in mare; c'era gente che non sapeva nuotare, alcuni di loro avevano i salvagenti altri si sono attaccati alle parti del gommone rimaste a galla. I soccorritori sono arrivati più tardi con degli aerei e hanno lanciato delle zattere di salvataggio, alcune persone sono riuscite a mettersi al sicuro su queste zattere, ci parlano però solo di 55 sopravvissuti, quindi citano tantissimi morti tra cui moltissime famiglie e tantissimi bambini. Un testimone mi ha parlato anche di due gemellini di 17 mesi che sarebbero morti con la madre e il padre. Dopo alcune ore è arrivata la Guardia costiera libica e li ha portati in Libia insieme a un altro gruppo e in tutto sono arrivate 276 persone"."I nostri team sono intervenuti allo sbarco fornendo cure mediche d'urgenza; le persone che sono arrivate che viaggiavano sul gommone che si è sgonfiato facendole cadere in acqua, avevano grosse bruciature su molte parti del corpo. Uno di loro è stato trasportato d'urgenza in ospedale perché rischiava di morire. Gli altri sono stati trasferiti in un centro di detenzione dove abbiamo potuto continuare a visitarli e abbiamo inviato altre persone all'ospedale perché necessitavano di cure mediche urgenti".