Politica

Sì alla costruzione di una terza pista all'aeroporto di Heathrow

 

Roma, (askanews) - Il governo britannico ha dato il via libera alla costruzione di una terza pista all'aeroporto londinese di Heathrow, a ovest di Londra, per ampliarne la capacità, mettendo fine ad anni di dibattiti.Ad annunciarlo, in un comunicato, il ministero dei Trasporti britannico, sottolineando che si tratta della prima nuova pista che viene costruita nel Sud Est del Paese dalla Seconda guerra mondiale. Ora il Parlamento dovrà approvare il piano nel 2017 dopo una fase di consultazioni.La premier Theresa May, che ha ereditato lo spinoso dossier, conta così di ammorbidire le forti opposizioni al progetto di numerosi ministri, associazioni ecologiste e residenti locali. May dichiara di voler dare un segnale di apertura sul mondo nonostante la Brexit.La scelta era fra una terza pista a Heathrow e la costruzione di una seconda pista a Gatwick, a Sud di Londra. La prospettiva di estendere ancora il più grande aeroporto d'Europa, dibattuta da almeno 13 anni, irrita numerosi consiglieri della capitale e spacca anche il governo conservatore.Una trentina di manifestanti si sono riuniti davanti al Parlamento per denunciare il progetto e i danni in termini di inquinamento atmosferico e sonoro per gli abitanti dell'Ovest e del Sudovest di Londra. I dimostranti hanno ricostituito una pista in plastica sulla quale si sono stesi dei militanti vestiti di rosso.Anna Vickerstaff, co-direttrice Uk youth Climate Coalition:"Una terza pista non è necessaria per avere un'economia stabile in Gran Bretagna. In questo momento il 15% delle persone prende il 70% dei voli. Non si tratta di voli per uomini d'affari, che sono stati ridotti negli ultimi 15 anni. Riguarda un piccolo numero di viaggiatori regolari che non pagano molte tasse. Stiamo per sovvenzionare l'aviazione con circa 10 miliardi di sterline all'anno in quanto contribuenti britannici. Se investissimo questi soldi nel trasporto durevole, nel lavoro durevole, allora non sarebbe un problema".Il governo potrebbe inoltre ricevere una pioggia di ricorsi: Greenpeace ha già aperto le danze, dicendosi "pronta ad unirsi ai quattro comuni interessati, compreso quello di Theresa May, per depositare un ricorso contro l'autorizzazione ad una terza pista", secondo il suo direttore esecutivo per il Regno Unito, John Sauven.