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Spazio, slitta al 2020 il lancio della seconda missione ExoMars

 

Milano (askanews) - Slitta in avanti di due anni, dal 2018 al 2020, la data di lancio prevista per la seconda parte della missione spaziale ExoMars con la quale l'Europa si appresta a inviare un piccolo rover sulla superficie del pianeta rossoL'Agenzia spaziale europea (Esa) e la Roscosmos russa, hanno fatto sapere che, pur avendo fatto del proprio meglio, il team di tecnici e ingegneri impegnati nella realizzazione della sonda e del rover che dovranno raggiungere Marte, non è ancora riuscito a recuperare il ritardo accumulato nello sviluppo del progetto, rendendo inevitabile il rinvio della data di lancio di almeno 2 anni, nel mese di luglio 2020.La decisione è stata presa a Mosca nel corso di una riunione del Joint Steering Board di ExoMars i cui membri hanno esaminato una relazione sull'andamento dei lavori di preparazione siglata dal cosiddetto Tiger Team, un gruppo di lavoro composto da esperti russi ed europei.Ups lancioLa missione russo-europea ExoMars ha lo scopo di studiare l'atmosfera e il sottosuolo marziano alla scoperta di eventuali tracce di vita presente o passata. Comprende due fasi distinte. La prima è attualmente in corso ed è iniziata nel marzo 2016 con il lancio dal cosmodromo di Bajkonur in Kazakhstan dalla prima sonda diretta verso il pianeta rosso, che comprende il "Trace gas orbiter" per testare la presenza di gas nell'atmosfera frutto di eventuali attività biologiche e un lander, "Schiapparelli", una sorta di stazione meteo, destinato a sperimentare la tecnologia di discesa e atterraggio sulla superficie di Marte come di altri corpi celesti del Sistema solare.La missione ExoMars è prevalentemente "Made in Italy". Il nostro paese infatti ha la leadership del progetto e gran parte delle tecnologie a bordo delle sonde sono state messea punto e costruita in Italia dalla Thales Alenia Space, joint venture tra Alenia e Finmeccanica. In particolare è italiano il trapano che, per la prima volta nella storia, dovrà perforare il suolo marziano fino a 2 metri di profondità per cercare possibili tracce biologiche, coperte da secoli di sedimenti.