Roma, 29 mag. (askanews) - Le autonomie regionali come argomento di analisi scientifica, lontano da approcci ideologici, per dare piena attuazione a quanto previsto dalla Costituzione, che consente alle singole Regioni di negoziare con lo Stato 'ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia'. Una fase nuova del regionalismo italiano, che potrebbe portare alla piena realizzazione del modello di autonomia regionale delineato dal legislatore costituzionale e alla conseguente riorganizzazione dell'amministrazione statale.Alla differenziazione e asimmetria nel regionalismo italiano il Cnr-Issirfa (Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie del Consiglio nazionale delle ricerche) ha dedicato una giornata di studi per contribuire al confronto scientifico tentando di individuare le ragioni di fondo che devono orientare la valutazione delle iniziative regionali e le procedure più opportune nella definizione del nuovo regionalismo, mettendo in rilievo il ruolo dello Stato e la conseguente necessità di una riorganizzazione dell'amministrazione statale, e ponendo il problema della sostenibilità finanziaria dell'autonomia differenziata, e dei possibili effetti sulla finanza pubblica e sul sistema tributario.Erika Stefani, ministro per gli Affari regionali e le autonomie: "Chiedo un confronto fattivo e tecnico e un confronto politico al fine di sciogliere questi nodi. Gli incontri come quelli di oggi sono fondamentali e importantissimi, perché ritengo che la materia del regionalismo differenziato non debba essere lasciata in mano alla strumentalizzazione politica ma deve essere oggetto di un vero dialogo e una vera costruzione di un contenuto che con esperti, professori e tecnici, può trovare veramente un punto di equilibrio. Dobbiamo uscire, soprattutto su una materia così importante, dall'agone politico e di campagna elettorale, per trovare un punto di incontro". Stelio Mangiameli, direttore Cnr-Issirfa: "Compito della ricerca è mettere a frutto i principi della scienza costituzionalistica per fare in modo che il processo di innovazione istituzionale sia corroborato sul piano teorico e sia fondato concretamente su soluzioni praticabili e sostenibili nell'ambito dei limiti che il nostro ordinamento prevede".