Politica

"Uccideteci qui": la paura dei Rohingya di tornare in Birmania

 

Hakimpara camp (askanews) - "Piuttosto che tornare indietro, ci uccidessero direttamente qui". Così Ali Hossain dà voce alle paure di molti rifugiati Rohingya come lui, scappati in Bangladesh per sfuggire alle persecuzioni dell'esercito in Myanmar e ora spaventati all'idea di doverci ritornare, nell'ambito di un piano di rimpatrio che coinvolge diversi Stati."Uccideteci prima di rimandarci con la forza in Myanmar. Almeno avremo un funerale. Quelli uccisi lì non hanno avuto neanche un funerale o una tomba, noi non vogliamo trovarci nella stessa situazione", ribadisce Mohammed Amin.Contro il rimpatrio ci sono anche molti gruppi umanitari e l'Onu secondo cui è ancora prematuro far tornare gli oltre 700mila musulmani che erano scappati dallo Stato di Rakhine da quello che le stesse Nazioni Unite hanno definito un genocidio.Una tragedia che ha gettato pesanti ombre sulla reputazione del Premio Nobel per la Pace e leader birmana Aung San Suu Kyi che non si è mai esposta per difendere la minoranza vessata. Amnesty international dalle parole è passata ai fatti revocandole la sua più alta onorificenza, il premio "Ambasciatore della coscienza", che le era stato conferito nel 2009.