Scienza e tecnologia

Agroinnova: le piante raccontano i cambiamenti climatici

 

Torino, 22 feb. (askanews) - Si chiamano fitotroni e potrebbero essere paragonati a macchine del tempo: mostrano infatti gli effetti dell'aumento della CO2 e della temperatura sulle piante.L'obiettivo è elaborare nuovi modelli per cercare di mitigare e prevenire le conseguenze del cosiddetto global warming. Succede alle porte di Torino, a Grugliasco, al centro di ricerca Agroinnova dell'Università, eccellenza mondiale nel campo della ricerca agroambientale.Nato nel 2002, il centro oggi impiega 30 persone e oltre a condurre progetti di ricerca, promuove il trasferimento tecnologico, la formazione e la divulgazione scientifica, in collegamento con atenei e centri di ricerca internazionali. In 15 anni ha coordinato 15 progetti finanziati dalla Commissione Europea. L'ultimo in ordine di tempo è Emphasis, di cui Agroinnova è stato capofila: 4 anni di studi, che hanno coinvolto 11 imprese e 9 enti scientifici provenienti da 10 paesi, con l'obiettivo di trovare soluzioni per proteggere la biodiversità e l'ecosistema europeo dagli attacchi di patogeni alieni e parassiti.Un tema di strettissima attualità: la globalizzazione e l'innalzamento delle temperature hanno favorito la diffusione di nuovi parassiti e di nuove patologie delle piante in Europa. Tra i casi più eclatanti c'è la Xylella, per cui non è stata ancora trovata una cura. Batterio arrivato in Italia con le piante ornamentali, Xylella ha attaccato gli ulivi pugliesi e messo in ginocchio i produttori di olio."C'è una continua evoluzione dei problemi fitopatologici" Come racconta la direttrice di Agroinnova, Maria Lodovica Gullino."Stiamo osservando nelle nostre coltivazioni, in particolare in quelle orticole, attacchi da parassiti, che fino a pochi anni fa si ritrovavano solo in Sicilia, perché è aumentata la temperatura del terreno, è aumentata la temperatura dell'aria e sono anche variate le condizioni di umidità relative con piogge meno frequenti, che quando arrivano sono anche molto intense".Tra le coltivazioni più a rischio in Piemonte c'è sicuramente la vite, e quindi le eccellenze vinicole del territorio."Gli studi che abbiamo condotto a partire dai primi anni 2000 mettono in evidenza che se il trend continuerà a essere quello attuale tra il 2050 e il 2080 gli attacchi di peronòspora, che è un parassita importante in Piemonte, saranno più gravi e soprattutto più precoci. Gli agricoltori quindi dovranno trattare di più la vite ", che secondo i ricercatori è destinata a migrare più a Nord, dove ci saranno condizioni climatiche più favorevoli."Molti dei risultati che emergono dai nostri progetti, che vengono portati avanti all'interno di grosse reti internazionali servono proprio a fornire alle imprese sementiere e più in generale del settore agricolo delle indicazioni utili per poter disporre tra 10-15 anni di mezzi di difesa, tecnologie e mezzi diagnostici utili a prevenire gli attacchi dei parassiti".Questi sistemi sono utili anche a sviluppare piante e ortaggi più resistenti ai loro attacchi.Intanto a Grugliasco a guardare al futuro non sono solo i fitotroni. Il 2020 è stato proclamato dalle Nazioni Unite l'International Year of Plant Health. Tanti gli eventi in cantiere ad Agroinnova, compreso un vero e proprio festival che si terrà dal 4 al 6 giugno 2020.