Scienza e tecnologia

Al Cern l'acceleratore di particelle LHC si ferma fino al 2021

 

Ginevra (askanews) - Al Cern di Ginevra l'acceleratore di particelle Lhc (Large hadron collider) si ferma per due anni per consentire lavori di aggiornamento. Il gigantesco "frullatore di materia" che nel 2012 ha consentito di scoprire l'esistenza del Bosone di Higgs, meglio noto come "Particella di Dio", l'elemento teorizzato nel 1964 dal fisico Peter Higgs e che avrebbe dato massa, "accendendola", a tutta la materia dell'universo, tornerà operativo nel 2021, più performante che mai.Tra il 2015 e il 2018 l'Lhc ha registrato circa 16 milioni di collisioni tra protoni con oltre 300 petabyte (300 milioni di gigabyte) archiviati nel data center del Cern, equivalente a circa 1000 anni di streaming video. Analizzando questi dati, gli esperimenti hanno permesso di estendere la conoscenza della fisica fondamentale e dell'universo."Le proprietà del bosone di Higgs - ha osservato l'italiana Fabiola Gianotti, direttore generale del Cern - possono darci indicazioni utili sulla fisica al di là del Modello Standard".In particolare, i fisici stanno analizzando il modo in cui il Bosone si trasforma in altre particelle, per verificare le previsioni del Modello standard, ovvero la teoria che cerca di capire come sia nata e di cosa sia fatta la materia e come i suoi costituenti interagiscano tra loro.Durante la pausa, denominata Long Shutdown 2, l'acceleratore e i rilevatori saranno rinforzati e aggiornati, per esempio con nuove ottiche ad alta luminosità, per aumentare la concentrazione del fascio nei punti di collisione e consentire all'Lhc di produrre molti più dati.In realtà l'Lhc non è stato già spento del tutto; per un altro mese circa lavorerà su collisioni di atomi di piombo per studiare uno stadio primordiale della materia che si ritiene essere esistito subito dopo il Big bang, dopodiché andrà davvero "in letargo" per i prossimi due anni.