Scienza e tecnologia

Cyberterrorismo: l'Isis è sempre più in difficoltà sulla Rete

 

Milano (askanews) - L'avevano promesso e l'hanno mantenuto: "Sarete trattati come un virus. E noi saremo la cura". Nel febbraio 2015 era scattata l'Operazione Isis di "Anonymous", il misterioso gruppo di hacker in azione su internet formato da utenti o comunità online che agiscono in modo anonimo, a volte coordinati, a volte a livello individuale, per un obiettivo condiviso.Anonymous ha oscurato centinaia di account twitter e facebook di presunti appartenenti all'Isis e pubblicato indirizzi web della galassia degli spietati miliziani islamisti, attivi in Siria e in Iraq dopo avere diffuso sul web un video dove avevano annunciato la loro dichiarazione di guerra: "Siamo musulmani, cristiani, ebrei, siamo hacker, cracker, hacktivist, agenti segreti, spie o magari il ragazzo della porta accanto, studenti, dirigenti, operai, impiegati, ricchi, poveri, giovani, vecchi, etero o gay... Siamo di tutte le razze, i paesi, le religioni..., uniti da tutto, divisi da niente".Dopo la presentazione, l'annuncio di una guerra digitale senza frontiere. O meglio, senza limiti, come insegnano nelle accademie militari cinesi: "Ricordate, i terroristi che dicono di essere islamici, quelli dell'Isis, non sono musulmani. Isis, vi daremo la caccia, saboteremo i vostri siti, i vostri dati personali, le vostre mail e vi smaschereremo. Da oggi non avrete più posti dove nascondervi on line".Alla fine una firma e una minaccia: "Isis. Noi siamo Anonymous. Siamo legione. Non perdoniamo. Non dimentichiamo. Vi stiamo dando la caccia".Alla guerra di Anonymous si è aggiunta quella delle unità cibernetiche occidentali e russe e oggi l'Isis ha cercato di modificare le modalità tecniche di attacco on line per respingere quell'offensiva, dotandosi di nuovi strumenti e tecnologie. È quanto sostiene un report della società di intelligence Flashpoint dopo approfondite navigazione nel deep web.Se l'uso della Rete si fa sempre più sofisticato nelle comunicazioni della galassia islamista, lo sfruttamento della stessa per scopi di propaganda sembra invece aver il fiato sempre più corto. Probabilmente propria a causa della massiccia chiusura di molti account da parte nei nuclei cyber militari e dei gruppi di hacktivisti come Anonymous.L'Isis adesso si limiterebbe a invitare i seguaci a compiere attacchi sulla Rete senza supervisionarne o coordinarne le azioni e l'attività dello Stato islamico sul web sembra concentrarsi su propaganda e reclutamento. Ma non è detto che gli affiliati comincino a guardare a Internet e agli strumenti associati come armi per un salto di qualità nell'offensiva online.(Immagini Afp)