Scienza e tecnologia

Exomars, Accomazzo (Esa): cosa è successo davvero a Schiaparelli

 

Darmstadt (askanews) - Cosa è successo al lander Schiaparelli della missione euro-russa Exomars dell'Esa, nel minuto di buio che ha caratterizzato l'ultima fase della sua discesa su Marte? Lo ha spiegato ad askanews Andrea Accomazzo, capo delle missioni planetarie dell'Agenzia spaziale europea, raggiunto telefonicamente al centro di controllo Esoc dell'Esa a Darmstadt, in Germania."Tutte le azioni che Schiaparelli ha fatto durante la discesa nell'atmosfera, anche con l'apertura del paracadute - ha spiegato Accomazzo - sono avvenute come e quando ci aspettavamo. Quando ha rilasciato il paracadute, questo è avvenuto molto prima di quanto noi ci aspettassimo, una cinquantina di secondi. È quella è già un'anomalia che ci dice che, o i nostri modelli erano completamente sbagliati, oppure Schiaparelli ha preso una decisione con delle informazioni non corrette o con una logica non corretta. Dopo di quello, ha attuato i retrorazzi per un periodo molto breve di tempo e immaginiamo che pensasse di essere vicino al suolo. Se era vicino al suolo o no, non lo sappiamo ancora, con l'analisi dei dati lo capiremo sicuramente. La cosa fondamentale è avere accesso a tutti i dati che ci permetteranno di ricostruire se ha fatto qualcosa di sbagliato, com'è evidente, e perché l'ha fatto sbagliato"."Le probabilità di riuscire a comunicare di nuovo con il lander sono ridotte al minimo, quello che sicuramente stiamo prendendo in considerazione ma non siamo certi è che il lander sia arrivato sulla superficie di Marte con una velocità eccessiva perché il paracadute è stato rilasciato talmente tanto presto, che pensiamo si stato rilasciato a una quota troppo alta per di più i truster hanno funzionato per un periodo troppo breve questo ci fa immaginare che tutto ciò sia successo molto in alto e quindi il lander sia arrivato al suolo con una velocità troppo alta".Cio che è certo, tuttavia, è che nei 5 minuti in cui Schiaparelli ha funzionato in maniera nominale, ha inviato sulla Terra tutti i dati raccolti, compresi quelli dello strumento "Amelia" dell'Università di Padova. Il Tgo, inoltre, si è inserito correttamente nell'orbita marziana e tutto questo, ha sottolinato Accomazzo, indica comunque un successo della missione. E anche analizzare cosa non ha funzionato servirà a evitare altri errori in futuro."Secondo me - ha concluso lo scienziato italiano - la parte positiva è sicuramente più larga dell'eventuale parte negativa e di parecchio, capisco che non avendo un segnale dalla superficie possa essere percepito in maniera diversa, quello è comprensibilissimo".