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Il Mont Saint-Michel ritorna al suo abbraccio con le maree

 

Milano, 16 giu. (askanews) - In normanno stretto suona come Mont Saint Miché, in bretone assume armoniche più esoteriche: Menez Mikael ar Mor. Più prosaicamente, per i geografi, il Mont Saint-Michel è un isolotto tidale ancorato sulla costa settentrionale della Francia, dove sfocia il fiume Couesnon. Qui venne costruito un santuario in onore di San Michele Arcangelo per proteggere dai pericoli del mare.Grazie alle maree che lo rendono un suggestivo scoglio assediato dall'Atlantico, oggi è il sito turistico più frequentato della Normandia e uno dei primi dell'intera Francia con oltre tre milioni di visitatori ogni anno. Dal 1979 fa parte del Patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco.A causa delle intromissioni umane che hanno perturbato il contesto naturale, questo habitat irripetibile era stato messo in pericolo dalla sedimentazione intorno alla strada che collegava il Mont-Saint-Michel alla terraferma, col rischio che si insabbiasse definitivamente la baia dove sorge il santuario michelita. Per scongiurare il pericolo, nel 2005 sono cominciati i lavori per il ripristino di questo gioiello della geografia fisica e spirituale della Normandia.Terminati due anni fa, hanno permesso l'entrata in funzione di una diga sul Couesnon, a un paio di chilometri dalla struttura, che due volte al giorno rilascia un milione di metri cubi di acqua che impedisce ai sedimenti di depositarsi. E così dopo 10 anni di studi, altrettanti di lavori e una spesa di 230 milioni di euro, la terra, che si stava pericolosamente avvicinando alla roccia dove sorge il Mont-Saint-Michel e prometteva di soffocarlo entro il 2040, ha dovuto battere in ritirata. Il mare ha già ripreso i suoi diritti su 51 ettari.Ma abbassare la guardia sarebbe una scelta suicida. E per continuare la battaglia servono altri massicci investimenti.