Scienza e tecnologia

Immunoterapia, un libro sulla quarta arma contro il cancro

 

Milano (askanews) - Un libro per conoscere la storia dell'immunoterapia oncologica - avventura scientifica che porta ad una profonda innovazione di sistema nel trattamento dei tumori - ma anche un testo per costruire lontano dai sensazionalismi, in modo razionale e senza la presunzione di sostituirsi ai medici, una consapevolezza maggiore sulla malattia e sulle possibilità di controllarla e anche sconfiggerla. Si tratta de "Il corpo anti cancro" di Michele Maio, direttore del Centro di Immunoterapia Oncologica, unico in Italia, del Policlinico Santa Marta alle Scotte di Siena, scritto con la collaborazione della giornalista Agnese Codignola ed edito da Piemme. "Finora noi abbiamo sostanzialmente tentato di distruggere le cellule tumorali aggredendole dall'esterno, quindi con dei farmaci che in qualche maniera venivano iniettati nel corpo per eliminare e distruggere le cellule tumorali dando anche dei grandi problemi a tutte le cellule normali dell'organismo. Adesso non facciamo altro di tentare di stimolare ciò che di fisiologico esiste nel nostro organismo, cioè utilizzare il sistema immunitario che è capace di per sé in molti casi di tenere sotto controllo il cancro, e di stimolarlo e rieducarlo a tenere sotto controllo la malattia" .Puntare su cosa il nostro organismo sa e può fare per controllare la malattia, anziché concentrarsi solo su come estirpare il tumore, è un cambiamento di approccio a livello di ricerca e poi di prassi profondo, che ha richiesto -tra successi e sconfitte- un lungo cammino, del quale il libro da conto in modo semplice, ma non banale.Quel percorso, di certo per nulla concluso, porta oggi a considerare la immunoterapia come la quarta arma - con la chirurgia, la radioterapia, e la chemio - nella lotta al cancro. "L'immunologia non è una utopia. Fino a qualche anno fa poteva essere considerata una metodologia promettente, quella di utilizzare le difese del paziente per combattere il cancro. Adesso è una realtà, perché adesso per alcuni tipi di tumore abbiamo dei farmaci che funzionano molto meglio ad esempio della chemioterapia tradizionale".I primi importanti successi della nuova arma si sono avuti soprattutto nel trattamento del melanoma. Se nel 2008 solo un paziente su quattro con malattia in stato avanzato sopravviveva ad un anno, oggi la sopravvivenza si raggiunge per 3 pazienti su quattro. Ma soprattutto si sono triplicate le incidenze per i casi di sopravvivenza a 10 anni. "Alcuni dei farmaci che sono stati sviluppati negli ultimi tre o quattro anni sono ormai disponibili sul mercato e anche in Italia per alcuni tipi di tumore per esempio il melanoma e il cancro del polmone, e molti nuovi ne stanno arrivando, per esempio arriveranno farmaci per il cancro del rene per i tumori della testa collo per i tumori della vescica. Ma al di la di questi farmaci che saranno disponibili in qualunque oncologia di Italia, ci sono moltissimi nuovi farmaci, combinazioni e sequenze di nuovi farmaci, che invece sono in corso di sperimentazione".E proprio riguardo la ricerca e la sperimentazione sui nuovi farmaci l'Italia ricopre un ruolo di primaria importanza, riconosciuto a livello mondiale grazie alle intuizioni di medici la cui storia si legge con curiosità e interesse.E anche speranza. "E' un campo che ha avuto negli ultimi tre o quattro anni una accelerazione pazzesca e praticamente ogni settimana ci sono nuove novità, nuovi farmaci, nuove autorizzazioni. È davvero il processo più travolgente che si accadendo negli ultimi anni nell'ambito della medicina".