Scienza e tecnologia

La viticoltura ad alta tecnologia del Trentino fa scuola

 

Trento (askanews) - Dentro le bollicine di montagna del Trentino,fatte in gran parte da viti scoscese e coltivate a pergola chehanno bisogno di molto lavoro manuale, c'è un cuore tecnologico.Si chiama Pica ed è una piattaforma informatica sviluppata nel 2010 da Cavit,consorzio di cantine sociali che rappresenta il 54% delle vignedella provincia, per gestire ogni vigneto senza sprechi, apartire dalla scelta del vitigno più adatto, come evidenziaAndrea Faustini, enologo e responsabile dell'ufficio viticulturadi Cavit."Inizialmente - ha detto - avevamo utilizzato questa piattaforma come bancadati nella quale far convergere i dati sui suoli e sul clima, poidal 2016 l'abbiamo implementata e la utilizziamo ora perl'assistenza tecnica ai 4.500 soci viticoltori quindi forniamo unmonitoraggio del territorio per controllare parassiti, malattiefungine e anche lo stato di maturazione delle uve".Uno strumento scientifico dunque che permette di programmare almeglio irrigazione e trattamenti così come prevedere il momentoottimale per la vendemmia, che si sta diffondendo in tuttaItalia. "Oggi attraverso Mpa, che è uno spin-off della Fondazione BrunoKessler con la quale collaboriamo, sappiamo che sia nel Sud sianel Centro alcune importanti aziende hanno adottato questomodello di supporto decisionale proprio ispirandosi a Pica quindisono nati i figli di questo concetto moderno e innovativo chesono utili agli agronomi di tutta Italia con i quali ci confrontiamo" ha aggiunto.La piattaforma resta comunque un supporto alle decisioni. Pertutto il resto, almeno in Trentino dove il territorio e cosparsodi piccole aziende agricole artigianali, il lavoro manuale delviticoltore resta insostituibile e fa la differenza come perAltemasi, il frutto più pregiato di Pica e della viticoltura diprecisione, fatto di uve coltivate sulle colline più alte dellazona.