Scienza e tecnologia

Scienza e diplomazia, il sistema Israele: la start up nation

 

Roma, (askanews) - Da qualche anno Israele si è imposta sulla scena mondiale dell'innovazione come la nuova Start Up Nation, il Paese paradiso dell'alta tecnologia a cui guardano gli startupper di tutto il mondo. In occasione dell'ultima riunione degli addetti scientifici alla Farnesina, Askanews ha chiesto a Stefano Boccaletti, dal 2013 addetto scientifico presso l'ambasciata d'Italia a Tel Aviv, di spiegare le ragioni di questo primato.''Negli ultimi anni - ha detto Boccaletti - Israele ha messo insieme un sistema integrato di collaborazione attiva fra Università e innovazione che fa sì che oggi ogni Università o Ente di ricerca abbia associato un parco tecnologico avanzatissimo che ospita direttamente le start up companies, i piccoli laboratori di sviluppo delle idee dei ricercatori di quell'Università. E' un sistema misto, che vede una partecipazione del pubblico e soprattutto una forte partecipazione del privato, con fondi d'investimento che permettono lo sviluppo di questi parchi tecnologici. Un sistema che è stato testato negli ultimi 30 anni e noi adesso vediamo il frutto finale di questo processo trentennale e che porta Israele ad essere chiamata la Start Up Nation, un Paese in cui c'è il numero di start up per abitante più alto al mondo proprio grazie a queste facilitazioni, che fanno sì che dalla ricerca di base si passi quasi sempre alle applicazioni industriali, ai brevetti che poi vengono venduti alle grandi multinazionali o sviluppati ulteriormente in loco''.Numerosi i terreni di cooperazione scientifica con l'Italia: ''C'è un accordo tra i due Governi molto visionario stipulato nel 2000, che negli anni si è accresciuto quanto a dotazione di fondi e oggi può contare su circa 3 mln di euro all'anno, e che si è articolato su 6 diversi strumenti di cooperazione. Poi abbiamo un fitto calendario di attività internazionali, 12 conferenze all'anno per 160 esperti che vengono dall'Italia in Israele per discutere su tutti i settori della ricerca. Sempre ogni anno abbiamo un bando per la collaborazione industriale, che permette il finanziamento di 6/7 progetti congiunti di collaborazione fra imprese italiane e il sistema d'innovazione israeliano. Poi ogni anno c'è anche un bando di collaborazione accademica che finanzia 8/9 progetti fra Università italiane e israeliane. Abbiamo sistemi di sostegno per borse di studio che hanno permesso di creare una comunità di studenti italiani di circa 100 ragazzi che lavorano nelle 7 Università israeliane, che sono i nostri 'occhi' nei laboratori più importanti del Paese e infine abbiamo anche un nuovo strumento che è stato lanciato quest'anno: il Premio binazionale Rita Levi Montalcini che consente l'interscambio di 'scholars', cioè di periodi sabbatici di gruppi di ricercatori dei due Paesi che si cambiano le esperienze. Quindi la collaborazione - ha concluso - è molto florida e si sviluppa praticamente in ogni ambito''.