Scienza e tecnologia

Scienza e diplomazia, la corsa cinese verso il primato mondiale

 

Roma, (askanews) - In Italia la Cina è percepita ancora come un Paese in cui si fa poca innovazione, che deve la sua fortuna alla manodopera a basso costo. La realtà sta però cambiando rapidamente e il Paese del dragone sta investendo enormi risorse in ricerca e innovazione. In occasione dell'ultima riunione degli addetti scientifici alla Farnesina, Askanews ha intervistato Plinio Innocenzi, dal 2010 addetto scientifico presso l'ambasciata d'Italia a Pechino, con cui ha fatto il punto - in particolare - sui campi di collaborazione con il nostro Paese.''Negli ultimi 5 anni - ha detto Innocenzi - abbiamo avviato una forte collaborazione nel settore della fisica e dello spazio. Siamo uno dei pochi Paesi Ue ad avere un dialogo nel settore spaziale, stiamo realizzando numerosi satelliti congiuntamente. Lo stesso si può dire nel settore della fisica delle alte energie, dove stiamo partecipando ad alcuni dei più grandi progetti al mondo. Probabilmente al di fuori del Cern abbiamo in corso la più grande collaborazione con la Cina, con un laboratorio sotterraneo di neutrini in costruzione, a cui l'Italia partecipa e di cui il vice responsabile è italiano''.In breve tempo gli addetti scientifici italiani in Cina sono passati da uno a tre, un segno del cambiamento della geopolitica della scienza e della ricerca?''Direi proprio di sì. In questo momento la Cina è il secondo Paese per numero di pubblicazioni scientifiche, dopo gli Usa. Nel 2014 ha speso il 2,2% del Pil in investimenti e ricerca, una cifra imponente: sono oltre 100 miliardi di euro, che in termini di cambio reale sono almeno il doppio, il triplo, e ciò indica una capacità finanziaria di investire in ricerca e sviluppo, soprattutto da parte delle imprese. Che stanno rapidamente risalendo, come diceva Lei, la catena del valore. Sono imprese che stanno diventando competitive nell'alta tecnologia, come Huawei, la seconda impresa di infrastrutture per le Tlc al mondo. Queste risorse finanziarie pongono la Cina al secondo posto come produttore scientifico e tecnologico e nel giro di pochi anni, visto il tipo di programmazione di investimenti, diventerà il primo. Quindi veramente quello che era il settore di forza dell'Occidente si sta spostando dall'altra parte del mondo, una cosa di cui dobbiamo tutti tener conto e capire bene anche quali possano essere le conseguenze per il nostro Paese. Potenzialmente ciò potrebbe portare anche ad una riduzione della nostra competitività''.