Spettacoli

A Cannes "Il Traditore", Bellocchio: ecco il mio Tommaso Buscetta

 

Cannes, 23 mag. (askanews) - Nel giorno della ricorrenza della strage di Capaci, esce al cinema, in contemporanea con la presentazione, in Concorso a Cannes, "Il Traditore", il film di Marco Bellocchio su Tommaso Buscetta, il "boss dei due mondi", primo grande pentito di mafia. Unico italiano in corsa per la Palma d'oro.Un film di vendette e tradimenti, che racconta l'arresto in Brasile, l estradizione in Italia, il rapporto con Giovanni Falcone e il Maxiprocesso alla mafia. Poi la strage di Capaci e le rivelazioni su Andreotti. Un Tommaso Buscetta inedito, interpretato da Pierfrancesco Favino:Marco Bellocchio: "E' un progetto televisivo e cinematografico che già in molti volevano fare e il personaggio di Buscetta ricorre ma come personaggio secondario in film e serie tv".Fondamentale spiega Bellocchio, la scelta del protagonista. Un grande Favino."Veramente in modo creativo ha dato al film un carattere e una personalità".Favino ha lavorato a lungo sul personaggio, scavando, indagando, parlando con chi conobbe Buscetta, studiando le sue ossessioni. Favino: "Una specie di gangster anni '50-'60, amante di donne e bella vita che vuole fare la bella vita e pensa di essere più bello e intelligente degli altri, cosa che in effetti gli viene riconosciuta. Non c'è stato uno con cui io abbia parlato che non abbia subito il fascino dell'uomo Buscetta. Il fatto che lui sia un criminale, eticamente mi pone in una situazione scomoda. A volte io credo al fatto che possa avere delle sofferenze per ciò che gli è accaduto e sento di partecipare"."Penso che Bellocchio sia riuscito a fare una cosa miracolosa: non fare nessuna glorificazione epica dell'ambiente mafia, forse per la prima volta nella mia esperienza di spettatore vedo la mafia rappresentata come un ambiente rurale di persone con un bassissimo livello culturale e legate a dinamiche di guerra, potere, denaro e appartenenza".La mafia è raccontata anche in modo teatrale: "C'è nel film qualcosa più che di shakespeariano, di operistico, questa è stata una scoperta che non era prevista ma nel gran teatro dell'aula bunker abbiamo cercato di rivivere questa tragedia come un gran teatro, un'opera, in cui c'è il tragico grottesco".