Spettacoli

Addio Bud Spencer, è morto a 86 anni il gigante buono

 

Roma, (askanews) - Il cinema italiano piange Carlo Pedersoli, classe 1929, per tutti Bud Spencer. Il gigante buono è morto in un ospedale romano, l'annuncio del figlio. E' stato protagonista di una carriera poliedrica. Film popolari ma anche thriller d'autore ("Quattro mosche di velluto grigio") con Dario Argento, cinema d'autore con Ermanno Olmi e film di denuncia come "Torino nera" di Carlo Lizzani. L'ultima apparizione in tv era stata nel 2010 con "I delitti del cuoco", fiction di Canale 5.L'anno scorso era stato festeggiato a Napoli con una medaglia e una targa per la sua lunga carriera che gli aveva consegnato il sindaco De Magistris a Palazzo San Giacomo in nome della sua città.Nato a Napoli il 31 ottobre 1929, si era trasferito con la famiglia a Roma nel 1940. Si iscrive all'Università a soli 17 anni e nel contempo intraprende una brillante carriera di atleta (primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero). A guerra finita la famiglia cambia città, i Pedersoli finiscono a Rio de Janeiro e Carlo deve abbandonare gli studi. Farà l'operaio, il bibliotecario, il segretario d'ambasciata. Tornato in Italia comincia la sua storia cinematografica: viene scritturato come comparsa in "Quo Vadis?" e poi finisce sul set di 'Annibale'.Partecipa ai Giochi olimpici di Roma 1960 nel nuoto. Sposa Maria Amato, la figlia del grande produttore Peppino Amato, dalla quale ha due figli. Si lancia nel mondo della musica. Nel 1967 è il protagonista di "Dio perdona, io no" dove è il solo adatto alla parte di gigantesco e minaccioso partner del protagonista.Nasce il connubio con Mario Girotti (Terence Hill) ed i due decidono di cambiare i nomi. Pedersoli sceglie Bud (in onore della birra) e Spencer (ricordando l'attore Spencer Tracy). "Lo chiamavano Trinità" (1970) è un successo. Poi altri 16 film.