Spettacoli

"Aperti al pubblico", umanità e fantasia contro la burocrazia

 

Roma, (askanews) - Problemi che sembrano irrisolvibili, storie drammatiche, lunghe attese e pratiche infinite, tra faldoni, impiegati che cercano di inventarsi soluzioni fantasiose e paradossi burocratici. Il documentario "Aperti al pubblico" della 35enne romana Silvia Bellotti è un viaggio all'interno dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari di Napoli e provincia, che gestisce circa 40mila alloggi, e due giorni a settimana apre le sue porte a un'umanità disperata."Io ho una sorta di pallino per la burocrazia, come tutti i cittadini ho a volte necessità di andare negli uffici pubblici per risolvere qualche pratica burocratica e questo mi crea sempre un grande sconforto. Poi quando vado lì, dopo il primo momento di panico vedo cose interessantissime. Negli uffici pubblici si raccolgono persone che altrimenti difficilmente potrei incontrare"...,"È come guardare la società con una lente d'ingrandimento".Il tema della burocrazia lo aveva già affrontato nel cortometraggio "Il foglio" sull'Agenzia delle Entrate di Napoli. All'interno dello Iacp ha girato due anni, diventando di casa, racconta, ben accolta dai dipendenti. Ha potuto muoversi liberamente non trovando difficoltà a riprendere le persone con i problemi più disparati, da chi risulta senza una residenza e non può regolarizzare la sua posizione a chi da oltre 30 anni aspetta di avere un contratto nonostante tutti i requisiti. "Nella maggior parte dei casi li conoscevo la mattina stessa". "Le persone che vanno in quell'ufficio hanno problemi molto gravi, il fatto che li stessi filmando era secondario".Oltre alle storie drammatiche raccontate nel film, colpisce l'umanità degli impiegati che in certi casi fanno di tutto per provare a trovare una soluzione. "Lo Stato ha delle regole, i politici fanno delle leggi ma i cittadini spesso si trovano al di fuori delle regole, perché la vita e la povertà spesso ti portano fuori dagli schemi e dalle regole prestabilite, quindi ci vuole qualcuno nel mezzo, i burocrati del mio film, che devono riuscire a mediare tra la legge e la vita così multiforme e a volte sfortunata"."Se ci fossero delle macchine al posto degli impiegati, cioè se la burocrazia venisse digitalizzata completamente, gli utenti delle case popolari resterebbero fuori dalla legge e non potrebbero ricevere assistenza"."Aperti al pubblico" ha vinto il premio del pubblico al Festival dei Popoli, è in concorso al Festival Fipa di Biarritz, in Francia, e a Milano al festival Sguardi Altrove e continua il suo viaggio, presentato in diverse sale in tutta Italia. Silvia Bellotti ha già un'idea per il prossimo lavoro. "Mi interessa sempre parlare di lavoro, vorrei farne uno sulla digitalizzazione del lavoro e questa volta vorrei guardare a grandi imprese private".