Spettacoli

"Figli": Cortellesi, Mastandrea e la folle normalità dei genitori

 

Roma (askanews) - Il secondo figlio ha un effetto deflagrante e devastante nella vita di Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, protagonisti del film "Figli", nei cinema dal 23 gennaio. Le situazioni tragicomiche nascono dal genio e dalla penna di Mattia Torre, l'autore prematuramente scomparso che ha sceneggiato il film, che è stato poi diretto da Giuseppe Bonito. Tra recriminazioni, stanchezza, incomprensioni, i due cercano una strada per sopravvivere come coppia."E' la costruzione di una coppia e la manutenzione di una coppia, di un rapporto di coppia. La manutenzione è difficile perché cambiano i pezzi a disposizione... No, è una bellissima metafora, eh, che ricorda anche da dove viene Paola Cortellesi: dall'elettrauto. Lei ha studiato in officina le regole della vita e le riproduce così...Quando arrivano i figli bisogna chiaramente ristabilire un po' le regole per cercare di andare avanti insieme nella coppia, quindi è vero che parla di questo: parla d'amore".Questa generazione di genitori oscilla tra fragilità, mania del controllo, pressione sociale, ricerca della felicità: mentre i loro genitori hanno cresciuto i figli in un contesto famigliare e sociale meno complicato, loro sembrano ossessivi e nevrotici. "Potendo sapere tantissimo, sin dalla gravidanza, si programma, si tende a programmare. Poi si programma l'educazione che avranno, le scuole, le paure.. Perché si pensa che si possa aver paura di quello che hai avuto tu.. E poi ci si rende conto che non li si può proteggere dalla vita. Mastandrea ha un augurio per questi bambini."Spero, come legge del contrappasso, dei ribelli. Ma dubito... La speranza sarebbe quella".E a proposito del suo amico Mattia Torre, di cui è stato l'alter ego nella fiction "La linea verticale", Mastandrea oggi dice."Era uno che prendeva le cose scontate e te le rendeva uniche, per il registro con cui le affrontava".