Spettacoli

I 40 anni di carriera di Carlo Verdone in un libro fotografico

 

Roma, (askanews) - Si intitola "Uno dieci cento Verdone" il libro che attraverso cento fotografie di Claudio Porcarelli celebra i 40 anni di carriera dell'attore e regista romano. Il volume, che raccoglie ritratti, foto scattate sui set o in studio, backstage, ed è realizzato in collaborazione con Banco BPM, fa una carrellata dei suoi personaggi più celebri: da Leo e Moreno in "Grande, grosso e Verdone" a Armando Feroci ne "Il gallo cedrone", dal missionario di "Io, loro e Lara" fino al Verdone ballerino nel suo ultimo film, "Benedetta follia". La presentazione del libro è stata un'occasione per Verdone per parlare di ieri e di oggi."Ho avuto una famiglia che mi ha sempre stimolato a guardare il mio quartiere, a osservare gli ultimi artigiani che c'erano ancora, il mobilaio, il rigattiere, il vini e oli, l'alimentari, il vetraio, e ad un certo punto, quando ho scoperto che avevo questa semplicità, questa capacità, di trasportare dei personaggi dove riuscivo a catturare il DNA attraverso la gestualità, attraverso il tic, le pause, attraverso il modo di tenere la sigaretta, attraverso il modo di aggiustarmi gli occhiali o tirarmi su i pantaloni, riuscivo a individuare il DNA dell'anima del personaggio"."Mi sono detto: mamma mia in quante anime me so' calato. Quanto mi sono spersonalizzato certe volte, però è come se avessi avuto dentro un furore creativo in cui mi annullavo completamente nel personaggio che andavo a fare, ed ero sicuro, perché non li ho mai provati: provare per me significa morire, significa essere accademico. Io penso che la mia forza sia stata la naturalezza". Per Verdone oggi è molto più difficile creare personaggi da commedia, perché c'è troppa omologazione."Il tatuaggio ce l'hanno tutti, ce l'hanno tutti nel braccio, il taglio dei capelli è uguale, il modello di smartphone è uguale.Ci sono troppe cose che sono simili, se non identiche, e allora ecco che non esce più fuori il personaggio, e si parla sempre di meno e si digita sempre di più, e allora per un autore, che è un osservatore e registratore della società, diventa molto molto faticoso".Verdone, già Commendatore della Repubblica, ha appena ricevuto il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica italiana."E' stata una cosa molto bella, mi sono sentito anche.. non voglio dire inadeguato, però non me l'aspettavo perché è arrivata cinque giorni prima la comunicazione. Poi c'erano solamente sei persone.Oddio, c'è pure l'Ufficiale di Gran Croce, ma quella la prendono soltanto Rita Levi Montalcini... No, no, no, me fermo là".