Spettacoli

Il "Purgatorio" di Dorfman al Piccolo Eliseo, pensando a Medea

 

Roma (askanews) - E' una stanza ma potrebbe essere un carcere, un manicomio, un luogo di tortura, quello in cui si muovono i due protagonisti di "Purgatorio", lo spettacolo di Ariel Dorfman diretto da Carmelo Rifici in scena al Piccolo Eliseo fino all'8 ottobre.Laura Marinoni e Danilo Nigrelli interpretano una donna e un uomo chiamati a confrontarsi con le loro sanguinose vite passate, per maturare consapevolezza delle azioni compiute e tentare di redimersi. Un dialogo serrato, quasi un interrogatorio, in cui non si capisce chi è la vittima e chi è il carnefice, in un testo che si ispira alla tragedia di Medea, come spiega Nigrelli:"Sono Medea e Giasone in tempi moderni, stanno in questo luogo sospeso che è un purgatorio, e finché non si pentiranno di quello che hanno fatto entrambi, uno di fronte all'altro, senza sapere che l'altro è lui o lei, perché i corpi sono cambiati, non sono più gli stessi, ma le essenze sono quelle, fino a quando non si pentiranno non potranno uscire da lì".Marinoni a proposito del suo personaggio, ispirato proprio a Medea, dice: "Lei rifiuta fino all'ultimo di pentirsi, quindi è uno straordinario duetto in cui questi personaggi, Giasone e Medea, che sono già morti, già oltre la vita e si devono perdonare, continuano ad attaccarsi l'un l'altro, mettendosi in continuazione una maschera. Il gioco è smascherare l'altro".Ariel Dorfman riprende quindi il mito e gli ingredienti della tragedia classica per scrivere un'opera teatrale sulla violenza e la crudeltà, quindi sull'oggi, e non solo."E ovviamente una metafora anche della coppia, di quello che significa stare insieme. Ed è anche un punto di vista molto personale e originale sull'idea di quello che può succedere dopo la morte, e in questo caso la grande sfida è proprio riuscire a perdonare l'altro e anche a perdonare se stessi, che, nonostante tutto, continua ad essere una delle cose più difficili che possiamo fare".