Spettacoli

Marco Bonini: mio romanzo parla di noi uomini, di padri e figli

 

Roma (askanews) - Al cinema lo abbiamo visto in tanti film, da "Smetto quando voglio" a "18 anni dopo" di Edoardo Leo, con cui sta scrivendo una nuova sceneggiatura, ha preso parte a più di quaranta fiction tv ma ora Marco Bonini sta riscuotendo successo come autore del romanzo "Se ami qualcuno dillo", edito la Longanesi. Il libro parte da un episodio autobiografico, un infarto che ha colpito suo padre, e poi diventa la storia di una riabilitazione emotiva di due uomini, un padre e un figlio."Mi sembrava che in questo piccolo evento biografico ci fosse un potenziale simbolico molto importante che è esattamente questo, cioè il rapporto tra maschi sull'identità maschile. Il discorso sull'identità maschile si basa tantissimo sul rapporto padre-figlio, cioè padre-figlio maschio, perché è lì che passa il messaggio. Lì che c'è il problema assolutamente attuale che va dalla questione di genere, alla questione della violenza sulle donne, alla difficoltà di avere rapporti uomo-donna.La storia è di un infarto, di un male al cuore che colpisce questo padre, che ha già colpito il nonno, cioè il padre del padre, e che è probabile, anche se non auspicabile, che colpirà anche il figlio. Quindi questo messaggio ereditario, questa identità maschile che si tramanda di padre in figlio non prevede fino ad un certo punto un certo ambito, cioè un ambito emotivo, dell'affettività.Grazie a questo evento drammatico paradossalmente quest'uomo maschilista, maschio secondo i dettami classici, cambia improvvisamente, prima non lo sapeva fare, perde la memoria e improvvisamente lo sa fare.E la storia è questa, la storia di un uomo che si libera e di un figlio che si accorge di essere stato contaminato, contagiato dal padre precedente e cerca di salvarsi, liberarsi attraverso questa riabilitazione simbolica, cognitiva". Alla domanda chi sia il suo padre spirituale nel cinema, Bonini risponde:"Per me Ettore Scola, è lui il mio riferimento narrativo, che poi è un grande maestro perché si inserisce perfettamente nella tradizione della commedia all'italiana in generale, da Dante in poi. Questo noi facciamo, questo sappiamo fare e quando lo facciamo lo facciamo molto bene".