Spettacoli

"Una vita violenta", in Corsica la meglio gioventù che si è persa

 

Roma (askanews) - Il film di Thierry de Peretti "Una vita violenta", nelle sale dal 23 maggio, è un omaggio ai giovani còrsi che aderirono alla lotta politica per l'indipendenza della Corsica e che, negli anni Novanta, si persero nella violenza tra le varie fazioni del Fronte di Liberazione Nazionale.Protagonista è Stéphane che, nonostante la minaccia di morte che pesa sulla sua testa, decide di tornare in Corsica per partecipare al funerale del suo migliore amico e compagno d'armi, Christophe, ucciso il giorno prima. Per Stéphane è l'occasione per ricordare gli eventi che hanno condotto lui, un intellettuale piccolo borghese di Bastia, a passare dalla piccola criminalità alla radicalizzazione politica e alla clandestinità.Il regista spiega: "All'inizio in quel nazionalismo c'era un ramo terzomondista, di contadini, di estrema sinistra, e un altro a cui interessavano molto di più le questioni dell'identità, che era di destra. Erano uniti da un obiettivo comune che era la lotta contro lo stato francese coloniale".L'FLN fu fondato nel 1976 contro il sequestro del 90% delle terre agricole a favore dei rimpatriati d'Algeria, presto imboccò la strada della lotta armata, con centinaia di attenati, e infine generò una guerra fratricida. Gli ideali di quei ragazzi, nel tempo, sono stati traditi da chi ha difeso interessi di parte e anche dalla politica. Oggi i movimenti nazionalisti in Corsica esistono ancora, ma hanno una forma ben diversa da quelli di estrama destra dell'est europa."Oggi c'è Gilles Simeoni, presidente del Consiglio esecutivo della Corsica, che è stato eletto in nome di alcune rivendicazioni che sono completamente negate dal governo francese. C'è una tensione molto forte, e a prescindere da come la si pensi, c'è una negazione della democrazia".