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Coronavirus
Covid, vaccini e filosofia: scambio di idee tra Diego Fusaro e Paolo Diodati
Diego Fusaro

Vaccini: su Affari Italiani lo scambio di idee tra Fusaro e Diodati


Negli scorsi giorni si è molto discusso di un tweet del filosofo Diego Fusaro in merito all’efficacia dei vaccini. In molti hanno osservato che il suo punto di vista, notoriamente scettico, veniva invece contraddetto proprio dai numeri evidenziati.

Il tema è stato discusso anche su affaritaliani.it, con cui Diego Fusaro collabora da tempo e che ha come tratto distintivo la massima apertura alle diverse idee, promuovendo un confronto aperto che permetta ai lettori di formarsi autonomamente la propria opinione. Lo dimostra anche la lettera aperta che un altro collaboratore, Paolo Diodati, ha inviato a Fusaro, il quale gli ha replicato a stretto giro di posta.

"Fusaro e gl'immancabilmente citati Marx, Hegel, Socrate e Platone".

Caro Fusaro,
se le benedizioni mettono al sicuro, perché continua l'emergenza?
Le giro la domanda equivalente a questa: "Se la riva è vicina, perché continuare a remare, per raggiungerla col mare mosso?"

Che i positivi aumentino all'aumentare del numero dei tamponi, non era una notizia da pubblicare tanto è ovvia, non essendo la situazione a numero nullo di positivi.

Il fatto è che se il numero dei tamponi eseguito quest'anno è dieci volte più grande del numero di quelli eseguiti lo scorso anno e il numero di positivi è minore del decuplo di quello trovato lo scorso anno, le ironie contro le critiche ricevute, hanno peggiorato la sua posizione, caro Fusaro, perché "la sua pezza, l'è peggio del buso!".

Infine, i sommi Maestri del passato, onnicitati, non insegnano a riconoscere gli errori e, magari, a chiedere scusa, per aver contribuito ad aumentare la già micidiale confusione in cui annaspiamo? 

Paolo Diodati

La replica di Diego Fusaro: “Perché non tornare a leggere Agamben e Foucault e Marx?”

Caro Diodati,
Grazie dei suoi rilievi. Tornando alla metafora nautica da lei utilizzata, Perché dire che il mare è in tempesta se in realtà vi è bonaccia? Perché continuare a non vedere come il discorso medicoscientifico sia oggi l'ideologia che giustifica lo stato d'emergenza permanente? 

Perché non prendere coscienza del fatto che lo stato di emergenza amplificato dalla chiacchiera mediatica e giornalistica svolge una precisa parte politica di riorganizzazione della società, dell'economia e della politica? Perché non tornare a leggere Agamben e Foucault e Marx? 

Un caro saluto e buone letture.

Diego Fusaro
 

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