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Costume
A Milano sfilano i giovani talenti dello IED, tra green e avanguardia

L’Istituto Europeo di Design torna tra i protagonisti dell’appuntamento italiano per eccellenza dedicato ai neo fashion designer, progettisti emergenti del futuro del sistema moda.

E lo fa a partire dai concetti di green (tema portante di Fashion Graduate Italia 2019) e di rispetto – intesi come attenzione alle necessità del Pianeta e delle persone, soprattutto per quanto riguarda materiali e processi – sfilando nella collettiva Sustainable Visions, dedicata alle proposte innovative dei neodiplomati nelle migliori fashion school in risposta alle urgenze per un migliore equilibrio ambientale e sociale.  

Otto ragazzi, otto giovani talenti e un'unica passione: la moda.
Quello andato in scena presso il Base di Milano è stato un tuffo in quelle che sono le nuove visioni, le avanguardie e una nuova etica della moda italiana e non solo, tutta da scoprire. Riutilizzo, ricerca e rinnovamento delle concezioni. Ciò che accomuna i fashion stylist e fashion designer esibitisi con le proprie collezioni durante il fashion show firmato Ied, è stata la volontà di rompere con gli schemi tradizionali della moda e di invitare chiunque approcci visivamente agli abiti ad avere un occhio di riguardo non solo sulla bellezza estetica del capo proposto ma sui details e sull'impatto emotivo capace di donare alla creazione un valore aggiunto. Un fashion show interattivo e didascalico che spinge a riflettere sulle nuove frontiere della moda, non più improntata verso l'ostentazione manifatturiera e la celebrazione rindondante del tecnicismo ma sulla ricerca di un messaggio che sia innovativo e che si leghi profondamente all'essenza dell'abito.

FashionGraduate IED FINALE 2261
 

Le urgenze sul piano della sostenibilità trovano posto nella sfilata interamente dedicata a IED, in cui l’Istituto Europeo di Design ha presentato in totale OTTO progetti, tra cui un’ulteriore collezione realizzata per “THE TIME IS NOW!”. 
Oltre alla mostra statica con le collezioni dei neodiplomati Elisa Aldecca, Gun Amatasin, Giulia Camata, Davide Paietta, Theo Pequin e Gianluca Zippo, il fashion show ha visto susseguirsi collezioni di tesi di fashion designer diplomati lo scorso luglio: Arianna Ablondi Pedretti con Recontres, Pasquale De Lise con Dovevo e invece sono, Domenico Del Gais con DOM, Francesco Murano con Ossimoro Plastico, Giuseppe Serra con Sa Mama e Su Sole, Anna Siccardi con Binôme, Zicen Zhang con Under the Dome.

La Direzione Artistica delle sfilate e delle esposizioni IED è di Olivia Spinelli.

Francesco Murano (Fashion Design)
Ossimoro plastico, collezione donna, 8 outfit

Una nobile figura celeste, un’amazzone dalla bellezza casta e sovrumana. L’abito si scioglie e si stabilizza sulla pelle, diventa un recipiente eburneo preparato per giochi di luce e ombra immutabili. La struttura, apollinea e trasparente come un cristallo, si apre alla piega in una serie infinita di falde scolpite. Il panneggio si alza, le illusioni iniziali diventano sensazioni di gloria e leggiadria, la vita si trasforma in teatro. 

Anna Siccardi (Fashion Design)
Binôme – collezione donna, 6 outfit

Portrait d’une dame en costume de l’amazone. L’incedere aristocratico e la perfetta uniforme proiettati su uno schermo urbano. Il risultato è classico: la complessità odierna non dimentica il passato ma lo filtra, restituendo la fusione di due anime. La linea nitida, lo schema cromatico sorvegliato, la discreta combinazione di diverse sensazioni tattili contribuiscono a produrre il distillato raffinatissimo di un’intera cultura. 

Arianna Ablondi Pedretti (Fashion Design)
Rencontres – collezione uomo/donna, 8 outfit

Le case sono teatri, mosse dal vento e dal sole luccicante. Le finestre spalancate, i panni stesi luccicano: flessi, ritorti, ciascuno ha un nome proprio e salta. Saltano i davanzali, in un cerchio si aprono e flettono i busti monocromi, oscillano come colonne tortili i pantaloni. Il vento fa oscillare e gonfia i panni drappeggiati, scivola una spalla, una spallina si alza. Di corsa, all’uscita dal portone, attendono i nontiscordardimé. Uniti nella sequenza coreografica, les jeunes diables ne peuvent pas attendre.

Giuseppe Serra (Fashion Design)
Sa Mama e Su Sole – collezione donna, 6 outfit

Cosa proibita, scura il sole. Più scura del sangue. L’ora sesta si consuma dietro mute pareti di tufo che annullano il tempo, dietro il bianco e nero asciutto e la ripetizione dei gesti. In silenzio, le donne dispongono i rapidi bagliori emananti dalle frange seriche delle proprie vesti, dagli intricati disegni della buttonera in filigrana d’argento. Sono vestali a custodia di un mistero domestico, officianti per un rito di sobrietà.  

Pasquale De Lise (Fashion Design)
Dovevo e invece sono, collezione uomo/donna, 6 outfit

La ragione esiste, ma il sogno è più forte. O, forse, sono la stessa cosa? Muovendosi lenta su una corda sottile, la mente plasma il corpo, caricandosi in spalla le connotazioni del passato. È un dilemma culturale e l’unica risposta è l’astrazione: il corpo viene messo in questione, i sintagmi che lo compongono destrutturati per non venire più ricomposti. I volumi si aprono, scendono, salgono, spostano le funzioni del corpo, lo annullano. 

Tatiana Ciardo (Fashion Stylist), Erica Pepe (Fashion Design) e Lidia Vigna (Fashion Design)
HUMAN TRACE, 5 outfit uomo, collezione per il progetto IED THE TIME IS NOW!/

Un’esplorazione dei volumi dell’abbigliamento maschile attraverso tessuti morbidi, pieghe e plissé. I tessuti si muovono creando increspature e linee definite. Diverse texture e pesi completano la collezione che vede sovrapporsi panno di lana, ecopelle, organza plissettata e jersey leggero quasi trasparente, tessuti prodotti da Texmoda e Miroglio secondo i principi di eliminazione delle sostanze tossiche dell'impegno Detox. Grazie ad una scelta sapiente dei colori neutri e a lavorazioni ricercate, il team Human Trace racconta della bellezza umana, delle increspature e della trama stessa della pelle. Impunture e ricami di pizzo a chiacchierino si fanno impronte digitali sul tessuto.

Zicen Zhang (Fashion Design)
Under the Dome – collezione uomo, 6 outfit

La città/il cielo – denso fumo bianco, le finestre accese lontane, la superficie solcata dai viadotti.
La città/continua – una sola alta muraglia, una lunga distesa d'asfalto sulla quale incedono ciclopi e automi, il capo rasato a zero, le corazze opache e morbide scivolano sui fianchi, colore del fumo.
Le città/l’occhio – coperto da una spessa maschera, scorge appena la sconfinata struttura, senza piazze.
La città/ricorda – il corpo respira sotto la tuta da lavoro, apre le tasche, cerca la via d’uscita. L’occhio si proietta su una distesa marina, diventata cielo.

Domenico Del Gais (Fashion Design)
DOM – collezione uomo, 8 outfit

Il quadrato come ragione di bellezza. Compatto, crea sequenze ritmiche per la pura contemplazione. Inalterabile, costruisce reti flesse in moti rigorosamente simmetrici. Intangibile e certo, si articola in una serie di volumi densi, saldi, schierati senza esitazione sulle superfici morbide e tese. Uno nuovo spirito di modernità attraversa la figura di questi alabardieri, lo sguardo verso una ristabilita analisi dello spirito.

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Tags:
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