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Costume
A Rimini il G8 della cucina internazionale. Una festa unica al mondo

E’ il G8 della cucina internazionale. Il momento in cui tutti spengono i fornelli per guardare cosa accade sotto il tendone da circo allestito da Massimo Bottura in piazzale Fellini. Proprio lui, lo chef che ha scalato le vette del mondo, come ogni anno riunisce per due giorni a Rimini 24 cuochi d’eccezione per mostrare, agitare, accarezzare gli strumenti principali della loro ineguagliabile arte: le mani.

E c i saranno le mani dell’astro nascente della cucina polacca  Adrian Klonowski, quelle uniche della nuova promessa indiana Garima Arora o di Tekuna Gachechiladze, regina della sempre più popolare cucina Georgiana. Ma anche quelle della nuova generazione che viaggia per cucinare e che, con i suoi spostamenti tra un festival e un ristorante stellato o un gastro bistrot, percorre traiettorie nuove, impensabili fino a qualche anno fa, alla ricerca del momento giusto per dare spazio alla propria creatività . Accanto a loro ci saranno le mani e i cuori di Massimiliano Mascia (San Domenico Imola), Giovanni Guidetti (Fefa), Alberto Faccani e dei più grandi rappresentanti della cucina e della tradizione della Regione Emilia Romagna, capaci da sempre di attrarre, in lungo e in largo per la via Emilia, i pellegrinaggi di tantissimi gourmet alla ricerca di quei piatti unici che rappresentano la migliore cucina d'Italia all'estero.

Sono queste “Al Mèni”, in dialetto romagnolo “le mani”, da l titolo di una poesia di Tonino Guerra: le protagoniste della festa del gusto che il 23 e 24 giugno prossimi si svolge dentro e fuori un circo unico dei sapori, nella piazza intitolata al grande Federico Fellini, tra il mare e il Grand Hotel. Dodici chef della regione Emilia Romagna, affiancati da altrettanti astri nascenti internazionali, sono chiamati a rotazione ad esibirsi con i loro showcooking in una grande cucina a vista per creare piatti unici a prezzi da street food. Mentre attorno al circo, il mercato degli artigiani e dei prodotti di eccellenza sfila sul lungomare fra percorsi del gusto, incontri con autori ed esperti, laboratori, pic nic stellato e spazi speciali dedicati al cibo di strada d’autore e ai gelati gourmet.

L’idea nasce cinque anni fa da Massimo Bottura, che ha immaginato un tendone del circo di ispirazione felliniana in mezzo alla piazza e pensato a una grande celebrazione della cucina e dei prodotti dell’Emilia Romagna nel clima spontaneo di una festa di strada. A trasformare l’idea in un evento è stato il Comune di Rimini, insieme all’Associazione Chef to Chef Emilia Romagna Cuochi e di Slow Food Emilia Romagna cui spetta il compito di esaltare le eccellenze di una regione unica in Europa a vantare un paniere di 44 prodotti Dop e Igp.

Ecco, una per una, le tante anime della festa:

Gli chef nel circo 8 e ½ dei sapori

Nutrito il parterre di chef di questa edizione. Dalla Thailandia, una giovane ragazza indiana, Arora, guida la cucina del secondo ristorante del gruppo Gaggan. Poi Tekuna, regina della Georgia, che ha ristoranti tradizionali e contemporanei. Fra i cuochi internazionali troviamo ancora Adrian Klonowski, astro nascente della cucina polacca che è appena arrivato a guidare il prestigioso ed esclusivo resort di Muhu Island perso nel mare abbracciato da Estonia e Finlandia. Ci sarà un nutrito gruppo di ragazzi della new wave austriaca, come Lukas Mraz, figlio d'arte che ha preso una via propria e personale, ma anche Felix Schellhorn che si è ricavato uno spazio di lavoro in un piccolo Bed and Breakfast lontano da tutto. Due ragazze davvero coraggiose, come Milena Broger e la franco-vietnamita Celine Pham sono invece le indipendentiste che partecipano ad eventi in giro per il mondo o aprono ristoranti temporanei alla ricerca del momento giusto per dare spazio alle proprie capacità. Pedro Pena Bastos era stato nominato chef rivelazione dell'anno in Portogallo, prima che un incidente lo facesse riflettere sui valori della vita, a giugno apre il suo nuovo progetto per un unico tavolo da 14 persone nella capitale lusitana. Santiago Lastra Rodriguez, dal Messico, ha visitato decine di paesi del mondo dopo gli anni passati al nordic Food Lab, ha supportato alcuni dei progetti e degli eventi più interessanti del mondo, compresa l'apertura del Noma Mexico, gli mancava solo Rimini. Katsumi Ishida, giapponese e precursore degli chef che aprono gastro bistrote è una pietra miliare della cultura gastronomica francese contemporanea. Paulo Airaudo è un ostinato argentino che ha fatto una gavetta lunga e intensa, anche in Italia, prima di aprire un ristorante nei paesi baschi, dove la stella Michelin lo ha premiato molto presto. Non può esserci una edizione di Al Meni senza Simone Tondo che lancia il suo nuovo progetto sempre a Parigi, prendendo il governo di un locale storico classico della Ville Lumiere: Racines, dove porta la sua naturale commistione di italianità e francesismo.

A rappresentare l’Emilia Romagna, due dei più grandi rappresentanti della cucina regionale: Daniele Minarelli dell'Osteria Bottega di Bologna e Giovanna Guidetti della Fefa di Finale Emilia. C’è poi il ritorno di Massimiliano Mascia del San Domenico di Imola, uno dei ristoranti più importanti italiani, mentre Alberto Faccani fresco delle 2 stelle Michelin oltre a coordinare lo spazio di street food fuori dal circo, tornerà nel tendone con la sua cucina di Riviera. Agostino Iacobucci aggiungerà una nota partenopea agli ingredienti emiliani che hanno fatto grande la sua cucina negli ultimi anni a Bologna. Massimiliano Poggi torna nel tendone per raccontarci il suo nuovo progetto nella campagna di Bologna che porta il suo stesso nome. Silver Succi e Claudio Di Bernardo sono i rappresentanti riminesi della gastronomia romagnola rispettivamente col Quarto Piano, che è anche partner dell'evento con uno stand proprio, e del mitico Grand Hotel di Rimini. Fabio Rossi ha cambiato casa negli ultimi anni, andando a collaborare con la Taverna Righi di San Marino, Terry Giacomello è uno degli chef italiani più influenti della sua generazione dopo gli anni passati da Ferran Adrià e tanti grandi maestri in giro per il mondo. E poi Athos Migliari, seconda generazione di una storica famiglia che ha fatto grande la cucina della bassa ferrarese. Come ogni anno l'evento viene aperto da uno dei due sous chef di Osteria Francescana Takahiko Kondo, che ha abituato a piatti che coniugano perfettamente le sue radici giapponesi con i grandi ingredienti della terra.

 

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