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Costume
Acqua da bere, Italia spaccata a metà

 
"Il 67% della popolazione compra acqua in bottiglia: molti pensano sia più sicura"
Poco più della metà degli italiani, 26,8 milioni di persone, è attento alle tematiche sul consumo dell'acqua da bere, ma una parte consistente del Paese (47%) rimane indifferente all'argomento. Così, tra disinformazione e pregiudizi, il 67% della popolazione, nonostante l'impatto economico e ambientale, preferisce acquistare l'acqua minerale in bottiglie di plastica, ritenendola più sicura rispetto a quella del rubinetto. Eppure l'Italia è al primo posto in Europa per consumo d'acqua pro-capite, con 245 litri al giorno per persona. Il consumo medio pro-capite in Nord Europa è di 180-190 litri. Lo rivelano i dati di Istat e Utilitalia, l'associazione delle aziende idriche, energetiche ed ambientali. Ogni anno in Italia vengono consumati più di 4.000 miliardi di litri. Gli acquedotti italiani però perdono in media il 40% dell'acqua, con perdite che al sud sfiorano il 70%.
Ma Secondo risultati emersi dall'analisi sui comportamenti degli italiani relativi al consumo d'acqua, realizzata da Lifegate in collaborazione con l'Istituto di ricerca Eumetra MR e con il supporto di Culligan, azienda che opera a livello internazionale nel settore dell'acqua, emerge che in Italia vi è una netta spaccatura tra chi è consapevole di quanto sia importante l'argomento "acqua" (il 53% del campione) e chi, al contrario, non ha alcun interesse. Fra gli informati, il 38% si dichiara moderatamente attento, mentre solo il 15% è super attento. Quest'ultimi sono soprattutto laureati di 35-44 anni, provenienti dal nord-est del Paese.
Lo studio, realizzato da Lifegate per Culligan, conferma che fra le mura domestiche il 67% del campione, residente soprattutto al sud o nelle isole, preferisce consumare acqua minerale in bottiglie di plastica e più della metà, persone tra i 18 e i 34 anni, lo fa abitualmente. Per il 47% la scelta è dovuta a una percezione di maggiore sicurezza. Per il 20% è invece una questione di comodità, mentre solo il 16% sceglie l'acqua minerale confezionata perché ne preferisce il gusto.
L'acqua del rubinetto depurata è l'opzione preferita dal 27% del campione. La scelta è dovuta a sicurezza (40%), benefici salutistici (16%) o minore impatto sull'ambiente (10%).
Infine, il 18% dichiara di consumare acqua del rubinetto non depurata, soprattutto per abitudine familiare (32%), comodità (27%) e minore costo (20%). La plastica inquina e costa: 9 italiani su 10 ne sono al corrente.
A fare da contraltare al grande utilizzo delle bottiglie di plastica c'è la diffusa consapevolezza dei rischi per l'ambiente che tale scelta comporta. In particolare, il 90% del campione è consapevole che nel 2050, nei nostri mari, vi sarà più plastica che pesci. Il 91% è altrettanto convinto che la produzione e il trasporto di acqua minerale in bottiglia comportino un elevato impatto ambientale in termini di emissioni di anidride carbonica. Infine, per quanto riguarda i costi economici, il 92% del campione è a conoscenza che l'utilizzo di acqua minerale in bottiglia determini un esborso a famiglia che varia da 300 a 700 euro, in funzione della qualità del prodotto.
Sempre secondo la ricerca commissionata da Culligan, il 68% degli italiani è disposto ad abbandonare l'acqua in bottiglia e passare a quella del rubinetto, a condizione però di ricevere maggiori garanzie sulla qualità. La percentuale riguarda soprattutto soggetti con più di 55 anni, residenti nei grandi centri del sud Italia, con un titolo di studio medio-basso.
Di recente la Commissione europea ha deciso di revisionare la direttiva 98/83/CE sulle acque potabili, con l'obiettivo di incentivarne l'utilizzo in quei paesi, fra cui l'Italia, dove si consuma in maggior misura acqua in bottiglia. Circa un italiano su due (49,3%), soprattutto persone tra i 18 e i 34 anni, ritiene che l'eventuale miglioramento della norma possa determinare un cambio di abitudini e favorire il consumo dell'acqua del rubinetto.
"Dai risultati di questa analisi - spiega Giulio Giampieri, direttore generale di Culligan - emerge come in Italia sia necessaria una maggiore educazione e informazione sul consumo d'acqua potabile pubblica, utilizzata quotidianamente in tanti altri stati europei. In particolare, occorre spiegare alla gente che l'acqua del rubinetto è sottoposta a controlli sempre più severi, che la rendono buona e sicura. Una scelta economica e sostenibile". il problema pero' e che in Italia si spreca troppa acqua, a causa di infrastrutture obsolete e inefficienti e di cattivi abitudini degli italiani. Nel solo 2015 nei Comuni capoluogo di provincia, l 'acqua sprecata è stata del 38,3% del totale (nel 2012 era stata del 35,6%). Milano è la città con il valore più basso di perdite idriche totali in termini percentuali rispetto ai volumi immessi (16,7%).
La perdita giornaliera reale, al netto degli errori di misurazione e degli allacciamenti abusivi, ammonta a circa 50 m3 per ciascun km delle reti di distribuzione. Infine, nel 2016 il 9,4% delle famiglie italiane lamenta un'erogazione irregolare dell'acqua nelle abitazioni, con valori significativi in Calabria, 37,5%, Sicilia, 29,3% e in Abruzzo, 17,9%. Nonostante questi dati così sconcertanti, possiamo dire che l'Italia è uno dei Paesi più ricchi di acqua: possiede infatti una capacità idrica molto elevata sia per quanto riguarda l'acqua potabile o destinata comunque a usi civili, sia per quanto riguarda le acque in superficie come mare, laghi (naturali e artificiali) e bacini artificiali in generale. Un fattore molto importante quando si parla di acqua e di risorse idriche è proprio l'acqua piovana, ovvero le piogge. Ovviamente non si riesce a fare una stima molto precisa su questi dati, proprio perché sia a seconda della posizione del territorio (Nord, Centro, Sud e Isole) sia a seconda della stagione (in estate le precipitazioni saranno sicuramente inferiori rispetto alla stagione invernale).
L'Italia comunque detiene anche un altro primato in merito, ovvero possiede il più grande acquedotto di tutta l'Europa e il secondo classificato nel mondo: sto parlando dell'acquedotto Pugliese che possiede ben 19.282 chilometri di tubazioni e 164 impianti di depurazione.

vcaccioppoli@gmail.com

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