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Costume
Adozioni per i single? "Subito la legge. Nei tribunali le fanno già"
Sandra Bullock con il figlio adottivo

Di Maria Carla Rota
@MariaCarlaRota

"La legge che regolamenta le adozioni in Italia risale ai primi Anni Ottanta e da allora non vi sono stati sostanziali aggiornamenti, nonostante il mondo sia radicalmente cambiato. I tempi sono ormai maturi per una presa di posizione anche da parte del nostro Paese sulla possibilità di adozione da parte dei single”. Questo il parere dell’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente e fondatore dell’associazione "Familylegal" per il diritto di famiglia, con cui Affaritaliani.it ha analizzato la proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati da Laura Ravetto, deputata di Forza Italia, con le firme anche di Michaela Biancofiore (FI) e Gabriella Giammanco (FI).

Una legge per emendare quella in vigore sulle adozioni, la n. 184 del 4 maggio 1983, e aggiungere all'articolo 6, dove si parla di "coniugi" il riferimento a "persona singola non coniugata” (LEGGI IL TESTO INTEGRALE DELLA PROPOSTA DI LEGGE). "Non si mette in discussione - ha dichiarato Laura Ravetto - l'architrave della famiglia, ma, se i bambini sono il nostro futuro, non ritengo adeguato ai tempi non considerare che anche i single possano darglielo. Ci sono troppi bimbi in istituti e qui stiamo difendendo i diritti dei bambini non quelli degli adulti". "Vogliamo cavalcare l’onda - ha osservato ancora Ravetto, riferendosi al dossier sulle unioni civili e alla stepchild adoption - per evitare che il dibattito si sposti dai coniugati a alle coppie omoaffettive, saltando il passaggio più logico che è appunto quello dei single".

Può esistere una persona singola in grado di dare al minore un apporto affettivo ed educativo superiore a quello che può normalmente fornire una coppia: questo il presupposto da cui parte la proposta di legge. “Se si ritiene che i tribunali abbiano la competenza per individuare, in concreto, l’interesse del minore, è opportuno lasciare che essi svolgano la propria attività senza imporre pregiudiziali ideologiche, quale quella secondo cui il doppio riferimento paterno e materno è, a imitazione della natura, non solo la soluzione migliore, ma l’unica possibile, tanto da affermare che è meglio una “non adozione”, cioè lasciare il minore in un istituto o presso una comunità e comunque non garantirgli i diritti e il senso definitivo di identità che l’adozione comporta, piuttosto che consentire che il rapporto adottivo sia costruito con una persona singola".

ITALIA FANALINO DI COSA - Un cambiamento su cui l’Italia, tra l’altro, è in notevole ritardo rispetto all’Europa. Più volte la Corte di Cassazione ha sollecitato un aggiornamento della legge, richiamando il nostro Paese a considerare la Convenzione europea in materia di adozione di minori, firmata nel 1967, che prevede l’illimitata possibilità della persona singola di adottare un minore. "Come per altri temi delicati anche per questo siamo il fanalino di coda - riflette Puglisi - . In Gran Bretagna, ad esempio, possono adottare un bimbo i single o le coppie con più di 21 anni di età. In Francia può adottare sia un single che una coppia sposata da 2 anni. In Spagna possono adottare i single con più di 25 anni di età. In Germania è consentito adottare un bimbo individualmente. Anche negli Stati Uniti e perfino in Cina l'adozione per i single è prevista con gli stessi requisiti in cui è prevista quella per le coppie".

lorenzo puglisiAvv. Lorenzo Puglisi
 

LA LEGGE ATTUALE - Attualmente in Italia le adozioni per i single sono possibili solo in casi particolarissimi riconducibili alle cosiddette adozioni speciali previste dall'articolo 44 della legge 184/83. "Le adozioni speciali - spiega Puglisi - sono consentite nel caso in cui tra la persona non coniugata e il minore orfano di madre o padre si è instaurato un rapporto "stabile e duraturo" preesistente alla morte dei genitori. O ancora nel caso di un minore orfano di padre o madre in condizioni di "disabilità". Infine, nel caso di adozione di un minore per la cui particolare situazione sia stata constatata l'impossibilità di un affidamento preadottivo”.

LA SITUAZIONE DI FATTO - Spesso però negli ultimi anni si è assistito a una presa di posizione netta da parte della magistratura che in molti casi è arrivata a legittimare – di fatto – l’adozione da parte dei single, pur in assenza di una specifica previsione legislativa. "Nel nostro ordinamento giuridico l’adozione da parte di una coppia di persone coniugate rappresenta ancora l’ipotesi principale, perché è interesse del minore instaurare e mantenere uno stabile rapporto con una doppia figura parentale, quindi con un padre e una madre - riflette Puglisi -. I giudici, tuttavia, sono già arrivati da tempo a teorizzare che, seppur detta impostazione sia preferibile, non è da escludere che si possa riconoscere in casi particolari la possibilità di creare un legame adottivo con una sola figura genitoriale sdoganando, di fatto, la famiglia monogenitoriale". Pur spettando a psicologi e psichiatri il compito di stabilire esattamente quali sono i requisiti fondamentali per la crescita di un bambino, “da avvocato ritengo che l’elemento imprescindibile sia uno solo, e cioè la serenità dei piccoli, che deve essere perseguita al di là di qualsivoglia formalismo".

LE PROCEDURE PER LE ADOZIONI - A proposito di adozione, le procedure in Italia sono complicate e lunghe anche per le famiglie tradizionali. Che cosa bisognerebbe fare per migliorare questa situazione? "Innanzitutto, sarebbe opportuno sbloccare una volta per tutte la già nota questione delle “adozioni internazionali” - conclude Lorenzo Puglisi -. E’ francamente inaccettabile che nonostante le migliaia di orfani che tutt’oggi occupano le case famiglia la politica continui a tergiversare. In oltre due anni non è mai stata riunita la commissione per le adozioni internazionali (CAI), né è mai stato fissato un incontro con le delegazioni straniere (indispensabile per sbloccare i canali con l’estero) e tutte le richieste per aprire canali adottivi con nuovi Paesi stranieri vengono puntualmente rigettate. Molti lamentano addirittura di non riuscire a mettersi in comunicazione con la Commissione".

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