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Costume
Benetton sta con i migranti. La Lega: mai più le vostre magliette

Insulti, a volte pesanti e gratuiti, ma anche approvazione e partecipazione. Le foto utilizzate da Oliviero Toscani per l'ultima campagna pubblicitaria di Benetton, come e' ovvio, hanno suscitato accese polemiche in Rete. Gli scatti ritraggono due momenti dei viaggi disperati dei migranti che fuggono dalle loro terre. In uno, in primo piano c'e' un gommone carico di persone con indosso il giubbotto di salvataggio, in attesa di essere trasbordate in salvo. Nel secondo scatto, i migranti sono sbarcati: donne e bambini in fila e una operatrice della Croce Rossa che li guida. Secondo Toscani, che per la United Colors of Benetton e' stato autore in passato di campagne molto provocatorie, le foto "incriminate" hanno l'obiettivo di un memento, "uno scatto per rendersi conto - ha detto all'AGI - di quello che sta succedendo, cosa di cui forse non si rendono conto quelli che sono al governo".

I "leoni da tastiera" della Rete non hanno perso tempo. Subito i due post dell'azienda sono stati invasi da innumerevoli commenti negativi. "Fateli lavorare la'", "L'Italia non e' abbastanza grande per diventare la vice Africa", "fate lavorare gli italiani prima", sono solo alcune voci, le piu' innocue, contro Toscani. Ma c'e' anche chi ha elogiato le due foto ricordando come sia "urgente trovare la forza di difendere l'imprescindibile rispetto per la dignita' di ogni vita umana e la salvaguardia dei principi di uguaglianza e giustizia". Oliviero Toscani, del resto, con la Benetton, ha gia' provocatoriamente fatto parlare di se' con campagne definite a volte "al limite". Dal 1982 al 2000 le sue foto choc hanno ricevuto consensi internazionali e hanno fatto discutere. La piu' celebre, quella della piccola Giusy, mentre viene alla luce, sporca di sangue e ancora con il cordone ombelicale attaccato. Ma sono tante le foto-denuncia, contro l'Aids, la pena di morte, la guerra. Tra i numerosi scatti oggetto di indignazione e consenso al tempo stesso, quello del 1994, degli indumenti insanguinati di Marinko Gagro, ucciso nella guerra in Bosnia; il ritratto di David Kirby, malato morente di Aids nella sua stanza dell'Ohio State University Hospital, nel maggio del 1990, circondato dai familiari. E ancora: il soldato nero, ripreso di schiena con un mitra sulle spalle, mentre impugna un femore umano e il drammatico sbarco della Vlora, carica di albanesi, nell'agosto del 1991 a Bari. "Non sono un venditore, ne' voglio fare pubblicita', voglio sono essere un testimone del mio tempo", ha sottolineato Toscani. E, se il confine tra marketing e foto-denuncia e' labile, di certo Toscani ha soverchiato i canoni pubblicitari testimoniando i drammi dell'umanita'. "Wecome back", bentornato, e' il commento di Paolo Iabichino, uno dei pubblicitari piu' influenti in Italia, alla campagna di Toscani. 

 

Migranti: Toscani, Lega boicotta Benetton? Pazienza, in tanti apprezzano

 

"Ho fatto vedere cio' che sta succedendo. Il problema e' che una volta eravamo un Paese di brave persone, eravamo un Paese dell'onesta' e della generosita'. Noi italiani eravamo conosciuti per questo. Purtroppo questo piccolo benessere, che non e' stato neanche a disposizione di tutti, ci ha fatto diventare egoisti e devo dire anche abbastanza ottusi". Cosi' il fotografo Oliviero Toscani intervenendo in diretta su Radio Padova e commentando il dibattito nato dall'ultima campagna di United Colors of Benetton che ha utilizzato alcune foto di migranti. Poi in merito alle posizioni dei vertici della Lega Nord del Veneto che proprio a seguito di questa campagna pubblicitaria hanno lanciato un boicottaggio dei prodotti Benetton ha aggiunto: "il segretario della Lega non compra piu' le magliette? Fa benissimo, e' cosi' brutto che non farebbe neanche una gran pubblicita'". "C'e' ancora tanta gente intelligente che apprezza - ha concluso - c'e' ancora tantissima brava gente anche qui nel Veneto, c'e' una maggioranza silenziosa che ha un senno, che ha una intelligenza, che non si sfoga sui social. Provate a guardare sui social quelli che si sfogano, non e' gente sana".

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