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Costume
Bufala Fest, a Napoli l'evento che promuove e valorizza la filiera bufalina.

Non solo la mozzarella in passerella. Ma anche carne, salumi e il meglio della produzione casearia italiana di qualità della filiera bufalina. E’ con questi intenti che dal 7  al 15 luglio, sul Lungomare Caracciolo di Napoli, si terrà la quarta edizione di Bufala Fest con il contest “I sapori della filiera”, la rassegna che mette in mostra tutto ciò che la filiera bufalina regala ai ghiottoni di tutto il mondo. Più di sessanta stand su 2mila metri quadrati, in gran parte dedicati al food: latte, mozzarella, carne di bufalo, gelati, dolci, grazie alla collaborazione dell’Associazione professionale cuochi italiani, e le ultime novità in campo di alta cosmesi. E soprattutto un vero e proprio omaggio al bufalo, un animale mediterraneo, forte e resistente alle malattie. La sua carne è infatti ricercata. Non solo per l’elevato apporto proteico e di ferro, ma anche per il minore contenuto di grassi e di colesterolo, la metà rispetto alla carne bovina. Tutto questo spiega perchè la carne bufalina contribuisce a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e del metabolismo che rappresentano la principale causa di morte nei paesi occidentali. La rassegna ha inoltre l’intento di valorizzare e difendere quello che è considerato l’oro bianco Dop della Campania, un formaggio che registra un valore economico e gastronomico di quasi 400 milioni di euro e un giro d’affari dell’intera filiera che supera il miliardo. Non poco per il mercato industriale caseario localizzato in Campania, Basso Lazio, Capitanata in Puglia e Venafro in Molise e per un prodotto che, come rileva una recente indagine di Coldiretti/Ixé, è uno dei souvenir più ricercati dai turisti. Sull'onda del successo della terza edizione, culminata con le oltre 300 mila presenze registrate dello scorso anno e 150 imprenditori presenti, affermano gli organizzatori della manifestazione, Antonio Rea e Francesco Sorrentino, quest'anno “abbiamo elaborato un ampio ed articolato programma di iniziative che, attraverso la valorizzazione dell’intera filiera, intende promuovere il territorio campano, esaltandone le risorse ambientali, paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche. Bufala Fest, dunque, si configura come una vera e propria azione di marketing territoriale, creativa e fantasiosa ma anche rigorosamente concreta, orientata verso un target di operatori e di fruitori in costante crescita”.Anche il format è stato rivisitato, realizzato con le più prestigiose associazioni italiane: tra le novità della quarta edizione spiccano i concorsi e le attività dedicate ai professionisti ed agli amanti della cucina di qualità. Ed ancora, i menù dedicati al Bufala Fest: ciascuna azienda presente proporrà piatti esclusivi realizzati in occasione della manifestazione”. Il bufalo è un animale che da sempre affianca l’uomo nel lavoro agricolo in ambienti impari e in difficili condizioni. Anche lavorare il latte è un’arte che viene da lontano, figlia di un’antichissima tradizione. Una tradizione che si alimenta con il costante recupero della memoria. Ricordi ed esperienze tramandate dalle persone più anziane alle nuove generazioni. Per questo l’arte casearia è un vero e proprio patrimonio di saperi antichi in grado di trasformare il latte in prodotti di qualità. Il successo è nei numeri. Nel 2017 quasi una mozzarella di bufala Campana Dop su tre è finita sulle tavole all’estero, la produzione è cresciuta del 7,2% per un totale di 44,3 milioni di chili, 15mila gli addetti di cui il 34% composto da giovani e con oltre un addetto su tre donna, in crescita è anche la vendita di carne di bufala, povera di colesterolo. Un successo reso possibile grazie al lavoro di circa 1400 allevamenti impegnati quotidianamente a produrre latte nel rispetto delle regole del disciplinare di produzione.

Secondo recenti dati al 31 dicembre 2017 dei 397mila bufali presenti in Italia il 74% circa è allevato in Campania. Sul territorio nazionale operano 2.212 allevamenti di cui il 77% è registrato come produzione latte, il 9% come produzione mista di latte e carne, e il 14% è focalizzato solo sulla produzione di carne. Il dato più significativo per capire cosa succede dei bufali maschi è quello dell’Istat relativo al numero totale di capi macellati per anno, che è passato dai 4.621 del 2006 ai 94.660 del 2016, un dato che, considerando il tasso di fertilità di questi animali, dovrebbe approssimativamente coprire il numero di nati maschi che non vengono allevati per la riproduzione. Le bufale infatti sono più longeve e meno produttive.

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