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Costume
Donne in cerca di ragazzini. La psicologa: "Dominio e manipolazione"
Una scena dal film "Qualcosa di nuovo"

Donne mature protagoniste di relazioni sentimentali e sessuali con ragazzini. Due casi di cronaca negli ultimi giorni hanno fatto molto discutere: dall'insegnante trentacinquenne di Prato, che ha tradito il marito e ha avuto un figlio dall'allievo tredicenne, all'infermiera di Torino infatuata dell'amico della figlia quattordicenne.

Affaritaliani.it ne ha parlato con la psicologa e psicoterapeuta Vera Slepoj, autrice anche del libro “La psicologia dell'amore” (Ed. Mondadori): “La figura adulta è fautrice di una violenza che non si limita solamente al puro atto sessuale, ma che provoca, nei casi più gravi, conseguenze psicologiche gravi sul rapporto delle giovani vittime con la sessualità”.

Che cosa spinge una donna di 33 anni, sposata e con figli, a vivere un'esperienza extraconiugale con un ragazzo agli inizi della propria adolescenza?

“Ciò che più ha innescato interrogativi e inquietudini nell'opinione pubblica è l’età dei ragazzini coinvolti, minorenni di 13-15 anni, che si sono trovati in una situazione altamente manipolatoria. E' una forma di pedofilia al femminile che andrebbe punita con tutte le aggravanti dei casi di pedofilia vera e propria. Una problematica complessa perché nel caso della figura maschile è meno decifrabile l'aggravante. Quando le vittime sono donne, la violenza si codifica più facilmente con la parola “stupro” e altre derivazioni. Viceversa, facciamo più difficoltà a percepire la violenza e concepire la sottomissione sessuale da parte della figura maschile."

Una tipologia di relazione diversa quindi rispetto al giovane che si concede sessualmente ad una donna più grande, il cosiddetto toy boy?  

“Assolutamente sì. Nei recenti casi di cronaca la figura femminile manipola e possiede l’altro, molto più giovane d’età, cercando di ottenere un risultato sessuale. Il fatto che queste donne abbiano una vita coniugale e familiare non vuol dire che non si possano toccare quelle sfere altamente patologiche che riguardano i disturbi della sessualità, le cosiddette “perversioni”. Il desiderio di possesso e dominio sulla mente dell’altro porta ad una relazione altamente distorta. La violenza non si percepisce nell'atto, quanto nella manipolazione. Non a caso le protagoniste donne di queste vicende sono figure che hanno un potere: sono insegnanti o genitori delle amichette. Va però tenuto presente che nell'adolescente maschio ci sono una pulsionalità e una concezione della sessualità con una figura adulta che lo pongono in una dimensione meno problematica rispetto ad una ragazzina”.

In quali rischi possono incorrere i ragazzi a livello psicologico?

“Innanzitutto si rischia una visione della sessualità sbagliata, non basata sulle normali esperienze che gli adolescenti possono fare, spesso anche con coetanee più sveglie ed esperte o con ragazze più grandi. Il rapporto tra la donna e il giovanissimo implica invece un rapporto di dominio che in qualche modo altera la relazione sessuale. Una forma di piacere in cui la performance sessuale spinge il giovane a una concezione condizionata della relazione sessuale”.

Come questi casi si legano all'evoluzione della società di oggi?

"Il problema di fondo è che il sentimento viene messo in secondo piano. Viene dato valore all'eccesso e alla perversione e alla trasgressione come elementi di accelerazione di un processo che riguarda il piacere. Il femminicidio è una deriva di questo tipo di modalità di concepire la relazione amorosa: la violenza e la possessività dovrebbero essere sempre ritenute inaccettabili".

Quali sono le differenze e  le similitudini tra l'esigenza di un uomo di avere una relazione con una ragazza più giovane e quella di una donna matura nei confronti di un giovanissimo adolescente?

"Per entrambi c'è il rifiuto della relazione paritaria. Il dominio del maschio sulla ragazza nasce dal desiderio di gratificazione: la giovane diventa una sorta di trofeo, ma anche garanzia di immortalità e giovinezza. Il maschio è appagato dalla possibilità di conquistare una figura che gli garantisca l'essere ancora attivo sessualmente. Per la donna c'è il piacere di dominare, sedurre, sentirsi ancora appetibile. La ricerca femminile è la ricerca di una sessualità carica di emotività e di adrenalina, che non è detto che nel maschio si equivalga".

Qual è, rispetto al passato, la differenza più evidente nella concezione che hanno i giovani della sessualità?

"Gli adolescenti spesso hanno una caduta del desiderio. In passato c'erano aspettative e curiosità. C'erano determinate rigidità sociali e comportamentali, per cui il desiderio e la fantasia facevano parte del patrimonio dell'educazione sentimentale e sessuale. Oggi c'è una forma di disinteresse, una difficoltà nel pensare di raggiungere determinate performance. L'erotizzazione dell'immagine e delle relazioni porta ad un uso della pornografia che rende fuorviante e profondamente diseducativa la relazione sessuale. Viene mostrato un tipo di sessualità distorta: Rocco Siffredi è specchio dell'uso e dell'abuso della sessualità come eccellenza. noi la elegiamo addirittura come ad una sorta di celebrazione. Siamo in una situazione estremamente alterata della realtà e della sessualità. C'è una grande diseducazione".

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