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Costume
Femen, suicida la cofondatrice Oksana Shachko. "Siete tutti un falso"
LaPresse

"Siete tutti un falso": il suicidio di Oksana Shachko è una denuncia

Oksana Shachko, una delle tre fondatrici del movimento femminista di protesta politica FEMEN, è stata trovata morta suicida nel suo appartamento di Parigi, a soli 31 anni. Accanto al corpo è stato ritrovato un bigliettino con scritto in inglese “Siete tutti un falso”. La Shachko aveva già tentato il suicidio per ben due volte negli ultimi due anni, così ha riferito una conoscente.

Inna Schevchenko: "Oksana è nella storia del femminismo"

Non mancano i messaggi di cordoglio, e colpisce quello dell’altra fondatrice di Femen, Inna Schevchenko: “Siamo sopravvissute alla foresta bielorussa insieme dopo essere state torturate e abbiamo camminato per le strade di Parigi formando un nuovo battaglione di donne combattenti. Lei è in ognuna di noi. È nella sua pittura attraverso la quale esprimeva le sue doti artistiche. È nella storia del femminismo”.

Nel 2008, insieme a Aleksandra Shevchenko e Anna Hutsol, fondò il movimento Femen, nato in Ucraina inizialmente per denunciare le discriminazioni nei confronti di studenti e lo sfruttamento sessuale delle donne ucraine. Femen guadagnò visibilità soprattutto nel 2009, quando la Shachko scoprì i suoi seni durante una protesta a Kiev. Nel 2013 Oksana decise di collaborare con lo scrittore francese Galia Ackerman, il quale decise di scrivere una storia di Femen, pubblicata poi da Calmann-Lévy. Nel 2014, poi, la Shachko insieme all’ideatore cinematografico Alain Margot  diede vita al cine-documentario “Je suis Femen” (“Io sono Femen”).

Dall'attivismo alla pittura come mezzo di denuncia

Nel 2013 era stata una delle tre attiviste a contestare Silvio Berlusconi, che si stava recando al seggio di Milano per votare alle elezioni politiche. Insieme a Inna Shevchenko e Elvire Dupont si era spogliata fino alla vita e iniziando a urlare "Basta Berlusconi". A partire dallo stesso anno l’attivista ucraina trovò asilo in Francia, dopo essere fuggta dall'Ucraina nel 2012 per evitare le persecuzioni conseguenza del suo attivismo trovando rifugio a Parigi. Intervistata nel 2016 da "Le Point", l'ucraina aveva dichiarato che sul suo capo pendevano in Ucraina cinque procedimenti penali. Giunta iuìn Francia nel 2013, decise di intraprendere la sua carriera nell’arte, abbandonando il gruppo Femen, ma non l’ideologia del movimento, infatti la Shachko continuò lottare contro le discriminazioni sociali e contro lo sfruttamento dellle donne tramite la sua pittura.

 

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