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Costume
Festival Venezia, cresce l'attesa per David Fincher e Léa Seydoux
The beast, George Mackay e Lea Seydoux

Festival di Venezia, David Fincher presenta il thriller The Killer 

C’è molto attesa oggi per l’arrivo sul red carpet del geniale regista americano David Fincher, uno dei registi più geniali e irrequieti che presenta in concorso, dopo 24 anni da Flight Club, The Killer, un thriller sceneggiato da Andrew Kevin Walker (Seven), tratto dalla graphic novel di Matz e Jacamom e interpretato da Michael Fassbender, assente a Venezia80 per lo sciopero degli attori a Hollywood.

Il film racconta la vicenda di un killer solitario, senza scrupoli che sa attendere nell’ombra il suo bersaglio; ma queste attese interminabili minano la sua mente che comincia ad impazzire. La sua rinomata freddezza lascia così il posto alla coscienza ed il killer senza morale si ritrova solo, armato in un mondo che per non è più privo di morale.

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Altro film in concorso a matrice psicologica visto oggi è La Bete del francese anticonformista Bertrand Bonello, un film distopico e fantascientifico tratto da un racconto “The Beast in the Jungle” di Henry James che vede protagonista Gabrielle, interpretata una straordinaria Léa Seydoux, attrice francese vincitrice della Palma d’oro a Cannes per “La vita di Adele” che ha è stata anche una Bond girl Madeleine Swann nel film Spectre e No Time to Die, che per purificare il suo DNA si ritrova a rivivere le sue vite precedenti in una società che teme le emozioni. L’esperimento la libera da ogni sentimento prorompente ma quando incontra Louis (interpretato da George MacKay ) stringe subito un forte legame come se i due si conoscessero da sempre, quindi la sua ideale trasformazione prende una strada diversa. Il film si svolge su tre momenti storici differenti: 1910, 2014, 2044.

Una pellicola che descrive un futuro senza speranza per le emozioni ed i rapporti umani. “Quando io ero piccolo mi miei genitori mi dicevano che il futuro sarebbe stato migliore dell’oggi. A nostri giorni, invece, i genitori insegnano ai figli che il futuro potrebbe essere peggiore” - così il regista spiega il tono pessimista del film. Bertrand Bonello aveva già diretto Léa Seydoux nel biopic Saint Laurent, dedicato al grande stilista francese.

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