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Costume
Firenze, varata la norma anti alcol. Ma il vino è salvo

di Andrea Cianferoni

Si è appena conclusa la settimana di Anteprime di Toscana 2018. Alla stazione Leopolda il consorzio del Chianti Classico ha presentato, in una degustazione in anteprima le ultime annate di Chianti Classico nelle sue tipologie Annata, Riserva e Gran Selezione con la presenza di oltre 180 produttori e l’Olio DOP Chianti Classico raccolto 2017. Il neo direttore del consorzio Carlotta Gori, nella sua prima uscita pubblica davanti a stampa ed operatori del settore, ha fornito i primi numeri della manifestazione. Per il terzo anno consecutivo il consorzio è in crescita, raggiungendo un fatturato globale che supera i 700 milioni di Euro. Sono oltre 37 milioni le bottiglie vendute in più di 130 paesi del mondo nel 2017. Un risultato sottolineato anche dal presidente del consorzio Sergio Zingarelli, che si è soffermato sull’importanza del mercato statunitense, che assorbe il 33 per cento della produzione, per niente preoccupato dai possibili dazi della nuova amministrazione americana. Non è un caso che a condurre la originale degustazione bendata di nove Chianti Classico 2015 dei comuni del territorio sia stato il giornalista statunitense Jeff Porter.  Il bilancio è stato più che positivo, nonostante la pesante siccità del 2017, che ha determinato un calo del 27% rispetto all’anno precedente, il quantitativo più basso degli ultimi 40 anni. La settimana dedicata alle Anteprime si è conclusa con la notizia dell’acquisizione, da parte della cantina piemontese Fontanafredda, controllata dal patron di Eataly Oscar Farinetti, della tenuta “Il Colombaio di Cencio”, azienda agricola di Gaiole, facente parte del consorzio del Chianti Classico, per una cifra di oltre 5 milioni di euro. Proprio per venire incontro al comparto del vino, che esprime una importante risorsa economica del territorio, il Comune di Firenze ha varato l’emendamento “salva vinai”, un nuovo regolamento per la somministrazione delle bevande, stringendo la vendita dei alcolici, salvaguardando allo stesso tempo quella del vino.

Sting Montalcino 3Guarda la gallery - Sting a Montalcino a conclusione della settimana delle anteprime di Toscana(Foto di Andrea Cianferoni)

 

In che modo? Distinguendo le attività commerciali che vendono bevande da asporto rispetto a quelle che obbligano al consumo sul posto. In sostanza mentre il vino potrà continuare ad essere servito sfuso nel locale, perché si ripone fiducia sul fatto che gli avventori siano in grado di verificare lo stato di salute, sobrietà ed età dei clienti a cui lo stanno servendo, allo stesso momento viene decretato il divieto di vendita o somministrazione attraverso distributori automatici di bevande alcoliche. In sostanza viene proibita ai minimarket la vendita degli alcolici se non si attrezzano con banconi e tavolini per il consumo nel locale stesso. Viene inoltre ribadita la proibizione della vendita degli stessi alcolici dopo le ore 21.  Firenze ha un’antichissima tradizione di produzione e mescita del vino, fin da epoca rinascimentale, attraverso le famose “Buchette del Vino”. E’ una particolarità del capoluogo toscano,  che consentiva alle famiglie fiorentine proprietarie di palazzi nobiliari nel centro cittadino,  ma dedite alla produzione di vino nelle campagne, di poter vendere direttamente il loro vino senza dover passare da intermediari, abbassando quindi anche il prezzo di vendita. Questo consentiva un risparmio dei costi e la possibilità, a fine giornata, di offrire ai più indigenti le rimanenze. Le “Buchette del vino”, dette anche “finestrini” erano, e lo sono ancora, anche se ormai inutilizzate, delle piccole aperture e forma di tabernacolo che consentivano il passaggio dei fiaschi del vino. Vennero regolati per la prima volta da un editto di Cosimo I de Medici il 28 febbraio 1559, come spiega Matteo Faglia, presidente dell’omonima associazione, nata da due anni a Firenze e che è diventata ben presto un punto di riferimento per gli appassionati del settore. L’associazione ha infatti realizzato una mappatura all’interno della città, arrivando a quantificarne quasi 200, alcune delle quali ancora perfettamente conservate, come quella che campeggia su palazzo Antinori, sotto la quale è stata posta un targa segnaletica. Altra buchetta del vino che è stata recentemente restaurata è quella posta su palazzo Peruzzi  in piazza de Peruzzi, dove sorge l’Osteria delle Brache, uno dei più rinomati ristoranti di Firenze, le cui fondamenta risalgono ad epoca romana. Gestito da Cristiana Baronti e Giacomo Menici, alle Brache è possibile degustare una selezione di ottimi vini toscani e le famose focaccine, ammirando una tra le buchette più caratteristiche di Firenze, a pochi metri dalla Chiesa di Santa Croce. La notorietà delle “Buchette del Vino” ha convinto anche l’attore Leonardo Pieraccioni a prestare la propria immagine per il serial "Firenze alla corte dei Medici" un documentario a puntate che prende spunto da Palazzo Medici Riccardi, sede della Città Metropolitana di Firenze.  Il primo episodio, già on line e sui social, diretto dal regista Domenico Costanzo, e coordinato da Ricciardo Artusi, Michele Brancale e Rossana Biagioni, è dedicato proprio alle "Buchette del vino".  Le diverse puntate sono proposte sul sito della Città Metropolitana di Firenze. 

http://www.cittametropolitana.fi.it/ 

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