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Costume
Food, le nuove abitudini degli italiani. Prodotti bio a tavola per 8 su 10

A Tutto Food AssoBio ha diffuso i dati Nielsen aggiornati 2017 sui consumi bio in Italia in forte crescita soprattutto nella GDO. Cambiano le abitudini alimentari e sempre più italiani scelgono biologico. Nell'ultimo anno l'83% delle famiglie ha portato in tavola prodotti bio. Il 40% dei nuovi prodotti introdotti sul mercato è biologico. Negli ultimi 12 mesi chiusi il 31 marzo 2017, solo in iper e supermercati le vendite di alimenti biologici hanno superato il valore di 1,27 miliardi di euro, in crescita del 19,7% rispetto all'anno precedente. Una crescita in assoluta controtendenza rispetto allo scenario generale in cui versa il settore food&beverage le cui vendite nel 2016 in Italia sono ferme a un +0,1%

IL RAPPORTO COMPLETO - Il biologico guida la crescita del food. È quanto emerge dai dati aggiornati rilevati da Nielsen sul mercato nazionale e presentati a Milano da AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici, martedì 9 maggio, nell’ambito di Tutto Food, la fiera internazionale del food & beverage.

E sono dati davvero sorprendenti: nei 12 mesi chiusi il 31 marzo, solo in Iper e Supermercati, le vendite di alimenti biologici hanno superato il valore di 1,27 miliardi di euro, in crescita del 19,7% rispetto all’anno precedente. “Ai numeri della grande distribuzione vanno aggiunti: poco meno di 900 milioni nel canale dei negozi specializzati, circa 350 milioni nella ristorazione e circa 1,8 miliardi in export. Con i canali minori (vendite dirette, on-line) superiamo i 4,5 miliardi” precisa Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio.

Negli ultimi dodici mesi è aumentato di 1 milione il numero di famiglie che acquista prodotti biologici (che hanno ormai una penetrazione dell’83%), convinte che siano più sicuri per la salute (27%), più rispettosi dell’ambiente (20%), più controllati (14%) e più buoni (13%). Sono 5,2 milioni le famiglie di consumatori regolari (almeno una volta a settimana).

Il 60% delle vendite si basa sui prodotti “secchi”, il 21% sui prodotti freschi e il 12% sull’ortofrutta. È biologica più di metà della pasta integrale e speciale consumata in Italia, più del 30% delle confetture, delle bevande sostitutive del latte e delle gallette, il 19% di legumi e cereali, il 14,5% delle uova.

Una crescita in assoluta controtendenza rispetto allo scenario generale in cui versa il settore food & beverage, le cui vendite nel 2016 in Italia sono state “inchiodate” a un asfittico +0,1% rispetto al 2015. 

I prodotti biologici sono sempre più apprezzati. Dal 2008 hanno saputo attraversare gli anni della crisi triplicando il valore delle vendite: nella sola grande distribuzione, dai 411 milioni del 2008 si è arrivati a 1.270 di oggi.

 

 

Tutte le principali catene di supermercati hanno proprie linee di prodotti biologici, in continuo sviluppo (+30% in numero di referenze medie nell’ultimo anno). Rispetto al 2015, si segnala che dei 419 milioni di euro di maggiori vendite dell’intero comparto alimentare, ben 166 milioni si devono ai prodotti biologici, il cui contributo alla crescita del mercato del food & beverage rappresenta il 40%.

Le catene hanno compreso che quella dei consumatori biologici non è più una nicchia e che l’assortimento bio è un elemento che orienta la scelta del punto vendita: non a caso nel 59% dei volantini si evidenzia la presenza di prodotti biologici in assortimento.

 “Il mercato è in forte espansione in tutto il mondo - precisa con soddisfazione Roberto Zanoni – Il consumatore è sempre più attento alla qualità complessiva dei prodotti che acquista, ed è sempre meno interessato a prodotti che, apparentemente economici, hanno però un pesante impatto sull’ecosistema. I dati ufficiali dell’Istituto di Ricerca del Ministero per l’Ambiente dicono che il 63,9% delle acque superficiali e il 31,7% di quelle sotterranee sono contaminate da pesticidi. Basta fare quattro conti sui dati ufficiali ISTAT: per ogni italiano l’agricoltura convenzionale immette nell’ambiente oltre 70 kg di insetticidi, anticrittogamici, diserbanti e fertilizzanti chimici. È sempre più evidente che il pianeta non può sostenere oltre una produzione di questo tenore. Per non parlare dei grandi temi dell’abuso di antibiotici, delle densità e delle condizioni generali degli allevamenti. Ai quali si aggiunge il problema degli OGM e degli additivi alimentari. È ovvio che un consumatore consapevole cerchi un’alternativa a questo modo di produrre, diventando così egli stesso un protagonista della conversione in un’economia sostenibile”.

È un controsenso che le nostre imprese che oltre a produrre ottimi alimenti creano beni pubblici come la tutela dell’ambiente e della biodiversità, il benessere animale e lo sviluppo rurale, debbano sopportare costi per certificare che non inquinano, mentre chi inquina non paga nulla e scarica i costi sulla collettività. – denuncia il Presidente Zanoni -  Non chiediamo contributi, ma vogliamo che esca finalmente dai cassetti, nei quali da oltre un anno è stato accuratamente riposto, il Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo del sistema biologico nazionale. Un progetto a cui abbiamo cominciato a lavorare sin da EXPO e che è stato approvato nel marzo 2016 dalla conferenza Stato Regioni. Il piano prevede la promozione di politiche di filiera per ricerca, innovazione e formazione, strumenti di comunicazione istituzionale e  semplificazione normativa. Il tasso di crescita che da anni registrano le superfici agricole (siamo già al 12% del totale nazionale), il numero di aziende agricole e di trasformazione, e l’aumento della domanda da parte dei consumatori italiani ed esteri, dimostrano che l’agroalimentare biologico è l’unica alternativa credibile a un modo di produrre non più sostenibile e non può, quindi, esser lasciato senza strumenti fondamentali per svilupparsi e consolidarsi nel modo migliore”.

Fondata nel 2006 da 11 imprese biologiche italiane, AssoBio conta oggi 80 soci e ha come obiettivi l’integrità, il miglioramento della qualità e della quantità dei prodotti biologici, la tutela e il sostegno allo sviluppo delle imprese. Le rappresenta nei confronti delle istituzioni europee, delle autorità competenti nazionali, nell’ambito della federazione interprofessionale italiana FederBio, dell’organizzazione europea IFOAM-EU, di quella mondiale IFOAM Organics e dei loro gruppi di lavoro tecnici, di cui è parte attiva.

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