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Franco Berrino, bastano 21 giorni per essere più giovani, sani e felici. VIDEO

"Ventuno giorni per rinascere": il libro di Franco Berrino, Daniel Lumera, David Mariani (Ed. Mondadori). GUARDA IL VIDEO

Esiste un cammino di tre settimane capace di renderci più giovani, più sani, più longevi, più gioiosi. Lo ha studiato Franco Berrino, noto medico ed esperto di alimentazione, assieme a Daniel Lumera, riferimento internazionale nella pratica della meditazione, e a David Mariani, allenatore specializzato nella riattivazione dei sedentari. È un percorso pratico e quotidiano fatto di ricette, esercizi fisici e spirituali. Ma anche di conoscenza, illuminazione, consapevolezza. Se ne esce rinnovati nel corpo e nello spirito. E tre settimane, secondo studi scientifici e antiche sapienze, sono il tempo necessario per prendere un’abitudine, cambiare stile di vita. E garantirci una longevità in salute.

"Arrivare in età avanzata in piena salute non è, per lo più, una fortuna dettata dal caso, ma una possibilità alla portata di tutti, che si costruisce sulle scelte quotidiane e sull’esperienza di vita dettata dalla consapevolezza - scrivono gli autori - . Mantenerci in salute è una scelta di giustizia: non abbiamo il diritto di far pesare le nostre malattie sugli altri, di togliere anni di vita e di felicità ai nostri figli costringendoli a occuparsi della nostra invalidità o demenza senile.

In questo libro troveremo le indicazioni per consentire al nostro organismo di sviluppare la massima capacità di autocura, e impareremo a ristabilire, quando necessario, il perduto equilibrio. Favoriremo il recupero della vitalità, intraprenderemo un viaggio di riequilibrio e armonia fisiologico e mentale che può apportare cambiamenti grandiosi nella vita di ogni giorno".

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Perché ventuno giorni

Per far sì che un comportamento diventi routinario, è diffusa la convinzione che sia necessario ripetere quotidianamente la stessa azione per almeno 21-28 giorni. In questo modo il nostro cervello inizia a creare automatismi simili a quelli dei cani di Ivan Pavlov, lo scienziato russo che all’inizio del secolo scorso scoprì i riflessi condizionati. I cani salivavano quando ricevevano il cibo, non salivavano quando sentivano il suono di una campanella, ma se ripetutamente si suonava la campanella quando si portava il cibo, al suono della campanella, anche in assenza di cibo, i cani iniziavano a salivare preparandosi al pasto.

GLI AUTORI

Franco Berrino è medico, epidemiologo, già direttore del Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano. Nella sua attività quarantennale di ricerca e prevenzione ha promosso lo sviluppo dei registri tumori in Italia e coordinato i registri tumori europei per lo studio della sopravvivenza dei malati (progetto EUROCARE). Ha coinvolto decine di migliaia di persone in studi sulle cause delle malattie croniche (progetti ORDET e EPIC). I risultati gli hanno consentito di promuovere sperimentazioni per modificare lo stile di vita allo scopo di prevenire l'incidenza e la progressione dei tumori (progetti DIANA). È autore, con Luigi Fontana, del bestseller La Grande Via.

Daniel Lumera è considerato un riferimento internazionale nella pratica della meditazione, che ha studiato con Anthony Elenjimittam, discepolo diretto di Gandhi. È autore di La cura del perdono. Una nuova via alla felicità (Mondadori) e ideatore della Giornata Internazionale del Perdono. È l'ideatore del metodo My Life Design, il disegno consapevole della propria vita professionale, sociale e personale; un percorso formativo applicato a livello internazionale in aziende pubbliche e private, al sistema scolastico, penitenziario e sanitario.

David Mariani ha allenato atleti professionisti di undici nazionali in diverse discipline sportive, tra cui ciclismo, basket, tennis, con cui ha vinto medaglie olimpiche e mondiali. Da 40 anni si occupa di fitness e ha codificato il metodo Healthy Habits per la riattivazione dei sedentari, basato su tecniche di comunicazione innovative, grazie al quale migliaia di persone stanno abbandonando la sedentarietà.

Prezzo: € 20,00

14,0 x 21,5 cm

Cartonato con sovraccoperta

In vendita dal 6 marzo 2018

Ed. Mondadori

L’esperienza dei neuroscienziati porta a ritenere che meccanismi dell’abitudine riferiti ai comportamenti principali dell’essere umano siano più complessi, intervengano in multiple regioni cerebrali1 e richiedano tattiche più raffinate e multifattoriali, ma, certamente, la ripetizione di un gesto per tre settimane aiuta a farlo diventare consueto, integrandolo più facilmente in un’abitudine. Gli esperimenti animali, per esempio nel caso in cui si istruisce un ratto a scegliere se andare a destra o a sinistra in un percorso a T utilizzando gratificazioni alimentari, mostrano che nello stabilirsi di un’abitudine intervengono due aree cerebrali: lo striato dorsolaterale e la corteccia infralimbica; queste due aree non sono connesse direttamente, ma devono essere entrambe intatte affinché l’abitudine si stabilisca.2 Dopo circa due-tre settimane di addestramento, il ratto sceglierà accuratamente e senza esitazione la stessa strada per abitudine, anche senza gratificazione.

Quando apprendiamo nuovi compiti, nel nostro cervello si creano e si strutturano nuove connessioni fra le cellule nervose. Nel primo anno di vita si stima che i bambini creino oltre 30.000 connessioni al secondo. Nasciamo, infatti, con già tutte le cellule nervose, ma è necessario lavorare molto per farle funzionare in rete – facendo crescere e potando continuamente nuovi rami – e stabilizzare le reti che si sono dimostrate efficaci ed efficienti. Gli studi sugli adulti che apprendono una seconda lingua suggeriscono che occorrano esercizi di ripetizione quotidiana delle nuove parole per 21 giorni per consolidarne la memorizzazione nelle reti neuronali.3 Pare logico ipotizzare che anche il consolidarsi di una nuova abitudine richieda lo stesso tempo.

Non ci sono in merito molti dati sull’uomo, ma un’esperienza interessante è quella della terapia cognitivo-comportamentale multistep per l’obesità4 sviluppata dai ricercatori di Villa Garda (Verona). Il problema degli interventi comportamentali per l’obesità (dieta ipocalorica e attività fisica) è che gran parte dei pazienti recidivano entro pochi anni. Anche negli obesi, infatti, il peso corporeo è fisiologicamente regolato da un meccanismo biologico che impone all’organismo di recuperare il peso perso, e difficilmente con brevi interventi comportamentali si riesce a spostare il livello di equilibrio; inoltre l’ambiente obesiogeno in cui viviamo, con offerta continua di cibi spazzatura e crescente di lavori sedentari, rende difficile il mantenimento di sane abitudini. Nel programma di Villa Garda, che si è rivelato più efficace a lungo termine, gli obesi vengono gestiti in day hospital o ricoverati per tre settimane, nel corso delle quali sono assistiti da un team multidisciplinare con medici, infermieri, dietisti, psicologi e fisioterapisti in un programma individualizzato che include:
- dieta mediterranea, ipocalorica ma saziante, con menu pianificati anche secondo le preferenze dei pazienti, coinvolgendo anche i conviventi;
- riabilitazione motoria e funzionale, privilegiando l’esercizio fisico realizzabile durante le normali attività quotidiane;
- sessioni quotidiane di terapia cognitivo-comportamentale, analizzando gli ostacoli al cambiamento, evitando aspettative non realistiche e valorizzando anche piccoli miglioramenti.

Nell’uomo, inoltre, è ben dimostrato che tre settimane di cambiamento alimentare da una dieta onnivora a una dieta vegetale consentono di migliorare significativamente la fisiologia riducendo tutti i fattori di rischio cardiometabolici (vedi “Il digiuno di 21 giorni di Daniele” a pagina seguente). Per consolidare un’abitudine, tuttavia, può essere necessario un tempo più lungo: uno studio su un centinaio di nuovi iscritti in palestra ha mostrato che gli istruttori devono proporre esercizi semplici e divertenti per sei settimane affinché l’esercizio fisico diventi un’abitudine.

In ogni caso, che siamo religiosi, atei, agnostici o apofatici, razionalisti o superstiziosi, materialisti o spirituali, il numero 7 e il numero 3 sono simboli profondamente incisi nel nostro cervello limbico, fanno parte della storia dell’umanità, delle tradizioni culturali e rituali. Per agire sul nostro cervello limbico, dove sono iscritte le nostre reazioni primitive, le tracce epigenetiche della vita dei nostri antenati, quelle tracce che ci fanno talvolta agire in modo apparentemente irrazionale, non servono spiegazioni e ragionamenti: occorrono simboli, riti. Non c’è ragione di vergognarci di avere in noi componenti irrazionali; la razionalità è una guida importante della nostra vita, ma è anche una gabbia che ci impedisce di esplorare sentieri nuovi di conoscenza, di far crollare i dogmi, i paradigmi scientifici, di scoprire che ci illudiamo di conoscere tante cose, che la realtà è più complessa, meravigliosamente più complessa, di quanto possiamo decifrare. E di fronte a tale complessità non possiamo che essere umili.  

 

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