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Costume
Gragnano fa festa alla sua pasta

Di Eduardo Cagnazzi

Oltre 200 milioni di fatturato, di cui il 70% conseguito sui mercati esteri, 10mila quintali di produzione Igp al giorno, il 5% della forza lavoro del settore in Italia. La Pasta di Gragnano Igp, la prima a fregiarsi nel 2013 di questo marchio in Europa, è la protagonista assoluta della festa che dall’8 settembre si tiene per tre giorni sul corso principale e nei cortili degli antichi pastifici locali dove i maccheroni venivano e tutt’ora vengono essiccati all’aria. Un’iniziativa promossa dal Consorzio Pasta di Gragnano Igp del quale fanno parte gli undici pastifici che si fregiano del marchio di eccellenza; un evento voluto dal presidente e dal direttore del Consorzio, Giuseppe Di Martino e Maurizio Cortese, in collaborazione con il gotha dei produttori conservieri di pomodoro della zona.  La produzione della pasta a Gragnano risale alla fine del XVI secolo quando comparvero sul territorio i primi pastifici a conduzione familiare. La storia data l’origine della fama di Gragnano come patria della fabbricazione della pasta nel 1845, anno in cui il re del Regno di Napoli, Ferdinando II di Borbone, concesse ai fabbricanti gragnanesi l’alto privilegio di fornire la corte di tutte le paste lunghe. Da allora Gragnano diventa la Città dei Maccheroni. In realtà la tradizione della pastificazione a Gragnano ha origini che rimandano al tempo dei Romani. Già in quel periodo in quel territorio si macinava il grano: le acque del torrente Vernotico, che scendevano lungo la cosiddetta Valle dei Mulini, azionavano le pale che macinavano le messi in arrivo via mare dalle colonie romane. Le farine ottenute venivano poi trasformate nel pane che doveva nutrire le città di Pompei, Ercolano e Stabiae. Con il passare del tempo la necessità per le classi povere di avere un minimo di scorte alimentari fece nascere una nuova produzione, quella della pasta secca, realizzata con le semole di grano duro macinate in zona. Questa attività diventò rapidamente una tradizione così importante e radicata che nel ’500 a Napoli venne costituita la corporazione dei “vermicellari” e un editto di re Ferdinando conferiva la licenza di vermicellaro a un gragnanese. Per la verità, fino al XVII secolo la pasta era un alimento poco diffuso ma, a seguito della carestia che colpì il Regno di Napoli, divenne un alimento fondamentale grazie alle sue qualità nutritive e per l’invenzione che consentiva di produrre pasta, detta oro bianco, a basso costo pressando l’impasto attraverso le trafile. I terreni ideali per consentire la produzione furono Gragnano e Napoli, grazie ai loro microclima composti da vento, sole e giusta umidità. Così nell’800 la città di Gragnano diventava celebre per la qualità dei suo maccheroni e si contavano la bellezza di 70 pastifici, ma è a metà del secolo che la produzione raggiunse il suo apice: in quel periodo il 75% della popolazione attiva lavorava nell’industria dei maccheroni, i pastifici erano più di 100 e producevano oltre 1000 quintali di pasta al giorno. Nei secoli i cambiamenti strutturali e architettonici della città andarono di pari passo con la produzione della pasta secca e via Roma, la strada simbolo della pasta gragnanese, fu rimodellata per favorire la sua esposizione al sole, diventando così una sorta di essiccatoio naturale per la pasta.

Ricco il calendario della Festa. Vi prenderanno parte chef stellati guidati da Alfonso Iaccarino, ambasciatore della pasta gragnanese Igp nel mondo, il ballerino tedesco Sven Otten che sta spopolando con il suo ballo nello spot televisivo della Tim ed esponenti del cinema e della musica.

 

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