Permesso retribuito per curare cane malato: La Sapienza dà l'ok al dipendente
Il cane è parte della famiglia, decisione storica: impiegata della Sapienza ottiene un permesso retribuito per assistere il cane malato due giorni
Due giorni di permesso per assistere il cane malato
Roma, l’Università La Sapienza di Roma concede ad una sua dipendente due giorni di ferie retribuite per assistere il cane che avrebbe dovuto subire un intervento giuridico.
Il permesso retribuito per assistere il cane malato è stato ottenuto dalla dipendente grazie all’aiuto della Lega anti vivisezione (Lav) che ha sostenuto come la cura dell’animale malato fosse un era un grave motivo personale e giustificava quindi il permesso.
Permesso retribuito per curare il cane: la storia
Il permesso retribuito di due giorni è stato richiesto dalla impiegata amministrativa dell’università La Sapienza, sulla base del fatto che lei, single, non avrebbe potuto delegare nessuno per assistere il proprio cane durante l’operazione necessaria per via di una paralisi alla laringe, giustificandolo così l'insolita richiesta come “gravi motivi personali e famigliari”. Quando l'ufficio del personale ha chiesto alla dipendente di motivare meglio la richiesta, visto che non c'erano precedenti per l'assistenza di animali domestici, la donna si è rivolta allora alla Lav.
Il cane è malato e la padrona ottiene due giorni di permesso retribuito per assisterlo: un caso che crea precendete
Permesso retribuito di due giorni per curare il cane malato. Una decisione che crea precedente.
La Lav, ha sostenuto la richiesta della dipendente dell’Università dei due giorni di permesso per assistere il cane malato avvalendosi di alcune sentenze della Cassazione le quali stabilivano che la mancata cura di un animale configura il reato di maltrattamenti. Dunque, se l’impiegata non avesse assistito il suo cane, avrebbe commesso un reato. L’Università, ricevuto anche il certificato del veterinario, le ha concesso il permesso retribuito per assistere il cane.
“Un altro significativo passo in avanti che prende atto di come gli animali non tenuti a fini di lucro o di produzione sono a tutti gli effetti componenti della famiglia” ha dichiarato Gianlugi Felicetti, presidente Lav.