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Cronache
“A Capaci l’artificiere di John Gotti”. Le rivelazioni del pentito Avola

"Il forestiero arrivò a Palermo nei primi mesi del 1992, aveva circa 40 anni, capelli castani, occhi scuri, alto 1.85, corporatura robusta e vestito in maniera molto elegante. Lo incontrai a Catania, a casa di Aldo Ercolano, che mi disse: ‘Oggi hai conosciuto una persona importante’”. Questa è la rivelazione del pentito Maurizio Avola che apre un nuovo scenario sulla strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la sua compagna Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Come scrive la Repubblica, i magistrati della procura di Caltanissetta hanno iniziato a lavorare su una nuova pista circa un misterioso esperto di esplosivi inviato in Sicilia dalla mafia americana per addestrare gli stragisti di Capaci. Avola ne aveva già parlato all’inizio della sua collaborazione con la giustizia, nel 1994, dopo aver confessato 80 omicidi. All’epoca però, aveva detto di non sapere chi fosse ma ora l’ex killer catanese ha deciso di raccontare fino in fondo quanto sa, svelando al procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone che il “forestiero” era un uomo di John Gotti, il capo della famiglia Gambino di New York. Per questa ragione, oltre ad Avola è indagato anche Marcello D’Agata, il suo “capo decina” ai tempi della strage. In quei giorni, Avola avrebbe portato “una certa quantità di esplosivo e dei detonatori a Termini Imerese” e a fargli da staffetta sarebbe stato proprio Marcello D’Agata. I verbali di Avola sono stati depositati nel processo bis d’appello per la strage Falcone: secondo l’accusa, un altro pezzo di verità, che non mette in discussione quanto già delineato dalle sentenze. Come riporta ancora la Repubblica. C’è da fare luce sui rapporti tra l’americano e l’artificiere di Capaci, il messinese Pietro Rampulla, legato ad ambienti della destra eversiva. “Ercolano mi disse che il forestiero aveva collaborato all’attentato”, dice Avola. Il pomeriggio della bomba di Capaci, uno dei telefonini (clonati) degli stragisti chiama tre volte un’utenza del Minnesota (Stai Uniti) fra le 15.17 e le 15.43.

Falcone: Morvillo, tradito da appartenenti a organi istituzionali

"Nell'attentato dell'Addaura ci sono state circostanze che lasciano molto riflettere. E' pacifico che qualcuno appartenente a organi istituzionali ha tradito Giovanni Falcone". Lo ha detto Alfredo Morvillo, procuratore di Trapani e fratello di Francesca, moglie di Giovanni Falcone, partecipando stasera alla manifestazione dell'Anm nel Piazzale della memoria del Palazzo di giustizia di Palermo. Morvillo ha preso parte a un dibattito – coordinato da Giovanna Nozzetti, presidente dell'Anm di Palermo – assieme a Umberto Santino, presidente del Centro Impastato e il giornalista Salvatore Cusimano nell'ambito della manifestazione intitolata "l'80° non compleanno di Giovanni Falcone". "Durante tutta quella stagione estiva (era il 1989, ndr) Giovanni Falcone non aveva ancora mai fatto un bagno, la prima volta doveva essere proprio quel giorno in cui fu trovata la borsa con l'esplosivo sulla scogliera. Una decisione presa dopo un invito formulato alla collega Carla Del Ponte – ha detto Morvillo - una sera a cena qualche giorno prima. A quella cena ero presente e vi erano altri rappresentanti istituzionali. Non ho prove che potrebbero reggere al dibattimento, ma faccio un semplice ragionamento: che Falcone e Del Ponte condividessero uno o più segreti – ha aggiunto - e se l'attentato fosse riuscito li avrebbero portati nella tomba".

Falcone: sorella Maria, "Amava Zorro e come lui difendeva oppressi"

"Mio fratello Giovanni al cinema si innamorò di Zorro così che mio padre gli comprò la maschera, lo spadino... Tornato a casa pensò bene di fare la zeta di Zorro nelle pareti di raso, a piazza Magione. Mia madre lo rimproverò aspramente. Mio padre invece, non disse nulla, ma la sera non gli diede il bacio della buonanotte perché – gli disse – bisogna avere rispetto per le cose degli altri e a ciò che pensano gli altri e lui quella sera non si era meritato il bacio. Giovanni mi disse che quello fu un insegnamento che lo ha guidato in tutto ciò che faceva. E come Zorro, anche lui, era il difensore dei deboli e degli oppressi dalla mafia". E' uno dei ricordi di infanzia che la professoressa Maria Falcone, una delle sorelle del magistrato ucciso il 23 maggio del 1992 assieme alla moglie e agli agenti della scorta, ha offerto agli studenti di elementari e medie del Convitto nazionale “Giovanni Falcone” e del Gonzaga. Aneddoti del giovane Falcone, studente del Convitto Nazionale. Ancora la professoressa Falcone: "Andavamo a scuola mano nella mano, e lui indossava il cappellino con le iniziali del Convitto Nazionale (CN) Io per farlo arrabbiare lo chiamavo cretino nazionale. E lui si che si arrabbiava si e volavano cartellate...". Un dibattito – veloce e gradevole – quello che si è tenuto al cinema Gaudium di Palermo, dove era in programma l'incontro su "L'eredità morale di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e padre Pino Puglisi", organizzato nel giorno di nascita di Giovanni Falcone, che oggi avrebbe compiuto 80 anni. Proiettato il film "Convitto Falcone”"del regista Pasquale Scimeca, musica e teatro con Alessia Bonura, Antonio Tancredi Cadili, Salvatore Bumbello, Linda Di Dio, Pietro D'Agostino, Riccardo Perniciaro e i ragazzi del Centro Tau, lattrice Lorena Cacciatore e gli Agricantus. Al dibattito hanno preso parte, oltre a Maria Falcone, Pasqale Scimeca, Felice Cavallaro e Francesco Di Giovanni. In platea anche Vincenzo Agostino, il papà di Nino, l'agente di polizia ucciso assieme alla moglie Ida, nel 1989. "Giovanni, mio fratello, Giovanni aveva la religione del dovere, appresa nell’ambiente in cui viveva, in famiglia e a scuola. Ai miei figli diceva che per sconfiggere la mafia – ha proseguito Maria Falcone rivolgendosi ai giovani studenti – basta fare sempre e semplicemente il proprio dovere, a scuola, a casa, al lavoro".

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