All'indomani dell'uscita del nuovo numero di Charlie Hebdo, distribuito in diversi Paesi in 5 milioni di copie e andato subito a ruba, scoppia il dibattito sulla satira. Il settimanale parigino si autodefinisce "Journel irresponsable". E' davvero così? Su questo tema è intervenuto anche Papa Francesco da Manila: "Non si uccide in nome di Dio, ma non si può deridere la fede altrui". Immediata la risposta del governo francese. La Francia è il Paese "di Voltaire e dell'irriverenza, abbiamo il diritto di ironizzare su tutte le religioni", ha detto la ministra della Giustizia, Christiane Taubira, a Parigi per la cerimonia d'addio a uno dei vignettisti di Charlie Hebdo. "Possiamo disegnare tutto, incluso il Profeta", ha aggiunto.
Da giorni si discute sulla satira e sui suoi limiti, sui diritti d'opinione e di critica. Sul diritto-dovere di pubblicare le vignette da parte dei giornali. Vignette che da tempo circolano su internet e che inevitabilemente mostriamo al fine di comprendere i fatti e i giudizi espressi e da esprimere. Le risposte hanno evidenziato un amplissimo ventaglio di punti di vista. New York Times, Cnn e Bbc hanno censurato la copertina di Charlie Hebdo mentre altri giornali come Il Fatto non si sono fatti scrupolo e hanno dato visibilità senza alcun vincolo alla produzione artistico vignettistica delle matite d'Oltralpe.
E proprio stamattina è nato un dibattito molto acceso tra il direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino e Vincino nella trasmissione 24 Mattino di Alino Milan. "Io non avrei mai pubblicato quelle vignette. Va bene la satira ma non se diventa 'pecoreccia'", afferma Perrino che spiega "Noi di Affari crediamo nella satira tant'è che abbiamo inserito tra i nostri collaboratori il grande Giorgio Forattini uomo vittima della censura a cui diamo spazio tutti i giorni sul giornale. Ma ci piace la satira intelligente, allusiva, elegante, fatta di allitterazioni e giochi di parole. Ci piace la satira che attraverso un tratto di matita è capace di dire più cose di un lungo e pensoso editoriale. Ci piace la satira sulle linee di un Altan o Giannelli e non gli sbracamenti solipsistici".
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Ecco il dibattito su Twitter (Il direttore di Affari ha due profili: @omarsivori e @amperrino):



