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Cronache
Migranti, Alessandra Sciurba attivista ong: dai centri sociali alla filosofia

Alessandra Sciurba è "una filosofa del diritto e una ricercatrice precaria". “Centri sociali? Sì, li ho frequentati in passato”.  Cosi si è presentata in collegamento con Agorà da Lampedusa questa mattina su Rai 3. Alessandra Sciurba è portavoce e team legale della ong Mediterranea Saving Humans, in queste ore protagonista di un braccio di ferro con il ministro degli Interni Matteo Salvini sui migranti salvati dalla nave Ong “Mare Jonio”. Bella, preparata e determinata, Sciurba ha duellato con il leghista Alessandro Morelli, che l'ha chiamata 'signorina', facendola arrabbiare. “Signorina, solito atteggiamento verso le donne... Mi chiami dottoressa”, ha prontamente risposto la portavoce della ong. 

Poi Alessandra Sciurba ha sfidato anche la neo vice-presidente del Pd Debora Serracchiani. "L'accordo con la #Libia del febbraio 2017 sarà una di quelle svolte nella storia che verrà ricordata. Come diceva Hannah Arendt, i progressisti dovrebbero capire che che se si sceglie il male minore si sceglie sempre il male e si abitua la gente al male. Io credo che da lì cominci tutto. Prima ci si accerta delle condizioni dei diritti umani di un paese e poi si firmano gli accordi. Le storie di tortura sono precedenti a questo governo, che ha trovato un'autostrada già aperta in questo come anche sulla criminalizzazione del salvataggio. Adesso però, insieme, proviamo a tornare sulla strada giusta, che è quella del rispetto dei diritti".

Migranti, Alessandra Sciurba: "Onde di 2 metri e volevano il motore spento?"

"Chi puo' dare ordine di spegnere motori con onde alte due metri? Se il comandante lo avesse fatto, avrebbe veramente messo tutti in una situazione di pericolo, altro che disobbedito all'ordine...". Così ha detto ancora Alessandra Sciurba ha commentato ancora nel corso di Agorà (Rai3) il fatto che il comandante Pietro Marrone non avesse obbedito all'ordine dell'equipaggio della motovedetta della Guardia di finanza che li aveva avvicinati di spegnere i motori. "Eravamo a 6 miglia dalle acque territoriali, il comandante ha chiesto di avere un punto di fonda per essere al riparo. Non avevamo nulla da nascondere, semplicemente non volevamo naufragare. poi abbiamo avuto il punto di fonda". Paura di essere arrestata? "E per quale reato, per avere aderito al diritto internazionale?", ha risposto Sciurba in merito ai possibili sviluppi dell'inchiesta aperta dalla procura con l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Peraltro sull'inopportunita' di spegnere i motori si e' pronunciato in trasmissione l'ammiraglio in pensione della Guardia costiera Vittorio Alessandro, secondo cui in mare tenere il motore acceso serve anche a tenere l'assetto della nave, a tenerla in sicurezza.  

 

"Negli attacchi che stiamo subendo ci sono tante cose surreali – ha invece dichiarato ieri sera all’Agi  Alessandra Sciurba, rispondendo alle accuse mosse dal ministro Salvini -. A partire dal fatto che avremmo dovuto riportare le persone in Libia. Se l'avessimo fatto avremmo commesso un reato, dal momento che li' subiscono violenze e torture. Non riportandole, invece, abbiamo rispettato il diritto del mare, la nostra Costituzione, la dichiarazione universale dei diritti umani. L'elenco potrebbe essere ancora molto lungo".

"Dovremmo essere arrestati per cosa? Per non aver violato il diritto internazionale o per aver salvato delle persone?", ha commentato la portavoce le parole del vicepremier su un possibile arresto. "Tra l'altro - ha aggiunto - non e' un ministro che dovrebbe dire una cosa del genere, ma un magistrato. Se ci fanno sbarcare saranno comunque liberi di fare tutte le verifiche del caso". Sciurba ha poi spiegato la dinamica del momento in cui all'imbarcazione e' stato intimato di spegnere i motori e ha ribadito che anche in quel caso e' stata rispettata la legge. "Quando ci e' stato intimato l'alt ci trovavamo in una zona con onde alte 2 metri e il nostro comandante ha detto di non poterlo fare per ragioni di sicurezza. Anche in questo caso - ha raccontato - non abbiamo fatto altro che rispettare le norme del diritto del mare e il nostro comandate ha fatto il suo dovere. Tra l'altro, subito dopo, ci e' stato assegnato il punto di ancoraggio a soli 300 metri a Sud di Lampedusa, proprio a causa delle condizioni marine avverse". La portavoce ha concluso dicendo che "e' grave che ci si scandalizzi per aver salvato vite umane. Ed e' grave che con questo fenomeno non si faccia altro che distogliere l'attenzione invece di governare il Paese"

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