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Cronache
Alfie Evans morto. "Il gladiatore è volato via". Papa "profondamente toccato"

Il piccolo Alfie Evans e' morto. Aveva resistito senza ventilazione cinque giorni, il bimbo di 23 mesi affetto da una malattia neuro degenerativa. Ad Alfie erano state staccate le macchine che lo aiutavano a tenersi in vita e la scorsa notte il suo corpo ha ceduto. Una morte che non ha certo spento le polemiche e il dibattito che il suo caso ha sollevato fino ad arrivare a scuotere il Papa: "Sono profondamente toccato dalla morte del piccolo Alfie. Oggi prego specialmente per i suoi genitori, mentre Dio lo accoglie nel suo tenero abbraccio", ha twittato Bergoglio, che nei giorni scorsi aveva messo a disposizione l'ospedale Bambin Gesu' e un elicottero per il trasferimento immediato del bimbo in Italia. "Il mio gladiatore ha posato lo scudo e ha spiccato il volo alle 2.30", ha annunciato il padre di Alfie, Tom Evans, dicendosi insieme alla moglie, Kate, "completamente distrutto. Ti amo, ragazzo mio", ha aggiunto. I sostenitori della loro battaglia morale e legale hanno inondato di messaggi la pagina Facebook de 'L'esercito di Alfie', salutando "il piccolo coraggioso guerriero". Piu' tardi, hanno annunciato, palloncini blu verranno lanciati in cielo in un parco vicino all'Alder Hey Hospital di Liverpool dov'era ricoverato il piccolo. Fuori dalla struttura si accumulano i mazzi di fiori, deposti insieme a giocattoli, parole di cordoglio e qualche bandiera italiana. "Per assicurare che vi sia spazio a sufficienza per questi e per garantire la sicurezza di tutti coloro che vogliono fare visita - ha fatto sapere la dirigenza dell'ospedale - abbiamo predisposto un luogo idoneo nello Springfield Park", che si trova nei pressi dell'ospedale. La misura e' stata presa su consiglio della polizia in previsione del forte afflusso di gente previsto "per tutto il fine settimana". Inviando un messaggio di condoglianze alla famiglie di Alfie, la direzione dell'ospedale ha chiesto "che la loro privacy e quella dello staff dell'Alder Hey sia rispettata".

L'Italia, che aveva concesso la cittadinanza ad Alfie affinche' Londra potesse essere piu' disponibile a lasciarlo venire a Roma, parla con la voce di Angelino Alfano che, insieme al ministro dell'Interno, Marco Minniti, aveva dato il via libera a un provvedimento apprezzabile ma forse tardivo, perche' arrivato lo stesso giorno dello stop alle macchine: "Addio piccolo Alfie. Ti abbiamo voluto bene", ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri. Per il resto della scenario politico e sociale, gli schieramenti sono quelli tradizionali: "Da papa' e da politico provo rabbia e tristezza: mai piu'", ha scritto il leader della Lega, Matteo Salvini, su Twitter, mentre Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, rifiuta una Europa "che si accanisce contro una famiglia colpita dalla tragedia lacerante di un figlio gravemente malato". Da parte sua, Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente dell'Istituto Coscioni, dichiara: "L'amore per un figlio o per un coniuge malato inguaribili non cada in egoismo nel mantenerlo o volerlo in vita a tutti i costi. Piuttosto vadano garantite in Italia le cure palliative anche pediatriche che prevedono l'assistenza precoce all'inguaribilita'". Il presidente di 'Scienza e Vita', Alberto Gambino, e' convinto che "non sia un caso che queste situazioni stiano avvenendo negli ospedali anglosassoni, che hanno una loro durezza in termini di applicazione dei regolamenti. Occorrerebbe recuperare il ruolo dei genitori, della famiglia in queste vicende - conclude Gambino - Facciamo attenzione che i protocolli non prevalgano sulle relazioni umane e in questo caso sull'alleanza che ci deve essere sempre tra medico, paziente e famiglia". E poco prima del tweet in cui esplicitamente ricorda Alfie, lo stesso papa Francesco aveva elogiato, incontrando in Vaticano i medici che partecipano alla IV Conferenza internazionale sulla Medicina Rigenerativa, "ogni sforzo di ricerca e di applicazione volto alla cura delle persone sofferenti", sottolineando al contempo al contempo che "uno dei principi fondamentali e' che non tutto cio' che e' tecnicamente possibile o fattibile e' per cio' stesso eticamente accettabile".

 

Alfie: e' finita la lunga battaglia

 



La battaglia dei genitori di Alfie Evans per tenerlo in vita si e' conclusa nella notte: il piccolo, affetto da una malattia neurodegenerativa sconosciuta, e' morto. Da lunedi' scorso non era piu' attaccato alle macchine che lo tenevano in vita.

Di seguito la cronologia della vicenda. MAGGIO 2016. Nasce a Liverpool il piccolo Alfie Evans dai genitori ventenni Tom Evans e Kate James. Il bambino, dopo i primi mesi di vita, sembra debole e viene sottoposto a diverse visite mediche.

DICEMBRE 2016. Il bimbo viene portato d'urgenza all'Alder Hey Hospital a Liverpool dopo aver perso conoscenza, in preda alle convulsioni. Le sue condizioni peggiorano e cade in coma. La diagnosi e' infausta: Alfie soffre di una malattia neurodegenerativa sconosciuta. ESTATE 2017. Il padre lancia su Internet "l'Esercito di Alfie" raccogliendo il sostegno di m

igliaia di persone. I genitori si rivolgono al dottor Michio Hirano, il neurologo americano che aveva aiutato Charlie Gard, il bambino inglese protagonista di una vicenda simile. Speranze arrivano anche dallo Utah e dall'Italia. DICEMBRE 2017. L'ospedale dichiara di aver esaurito tutte le opzioni possibili per Alfie e si oppone al desiderio dei genitori di trasferire il piccolo al Bambin Gesu' di Roma per tentare nuove cure sperimentali. I medici esprimono l'intenzione di appellarsi all'Alta Corte per avere il via libera a staccare Alfie dalle macchine che lo tengono in vita. FEBBRAIO 2018. Il caso finisce in tribunale e il giudice Anthony Hayden da' il via libera al piano di fine vita dei medici, ma i genitori non si danno per vinti e promettono battaglia.

MARZO 2018: La richiesta di trasferire Alfie in Italia viene ripresentata in diverse sedi - Alta corte, Corte d'appello, Corte suprema e Corte europea per i diritti dell'uomo - ma viene sempre respinta. APRILE 2018. Tra i ricorsi, prosegue la battaglia legale dei genitori. Papa' Tom vola a Roma e incontra Papa Francesco che nelle sue udienze pubbliche ha piu' volte esortato a pregare per il piccolo Alfie. Il 23 aprile il governo italiano gli concede in extremis la cittadinanza, nella speranza che questo porti a un suo trasferimento a Roma. La sera stessa il bimbo viene staccato dalle macchine ma resiste e continua a respirare. Il 24 aprile una nuova udienza dell'Alta Corte nega per l'ultima volta l'ipotesi di portarlo in Italia ma apre al suo ritorno a casa, condizione che non si riesce a realizzare. Il bimbo muore alle 2.30 di notte del 28 aprile.

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