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Cronache
Aquarius, tutte le bufale dei giornali

Ovviamente sono un incompetente. Infatti non mi capacito che il governo spagnolo cavalchi la tigre della vicenda dell’Aquarius e dunque, per ottenere un momento di visibilità e qualche titolo di giornali favorevole, abbia messo nei guai la Spagna. Forse non ci hanno fatto caso ma, se è vero che partendo da Tripoli Valenza è molto più lontana di Pozzallo o Augusta, è anche vero che lo stretto di Gibilterra è veramente stretto, solo quattordici chilometri. E Malaga non è lontana né dal Marocco né dall’Algeria.

Uno dei massimi difetti della democrazia è la sua dipendenza dal consenso. Per esso, soprattutto se un’elezione è vicina, i politici svenderebbero il loro Paese e forse anche la loro madre. Il loro interesse è sempre per il breve termine. Infatti, nel lungo termine ci potrebbe essere qualcun altro, al potere, e dunque che importa? Il fatto che dei risultati del malgoverno soffra il popolo non conta. Si darà la colpa al governo del momento e buonanotte. Quand’anche essa fosse evidentemente del predecessore. Bieca demagogia?

No, normale democrazia. Tanto normale che si corre a confermare che, malgrado questi difetti, quel regime rimane ancora il miglior tipo possibile, perché tutti gli altri sono peggiori. Ma questo non ci può impedire di vederne i difetti, non fosse altro che per cercare di contrastarli.

Non è facile. I governanti hanno interesse ad essere miopi e demagoghi, e per giunta dominano i media. Per fortuna, al sistema è connaturato un notevole cane da guardia: la libera stampa. Naturalmente quando funziona. E purtroppo non sempre è così. Se attualmente la stampa spagnola sostiene il governo, è perché non osa contrastarne la demagogia. Per conformismo, per spirito gregario, per fare bella figura, per presentarsi come morali e generosi (purché a spese altrui) e per reggere la coda ai politici, i giornalisti sono spesso un gregge scervellato. Il governo mira ai voti dei cittadini, i giornalisti mirano alle copie vendute e per giunta spesso seguono l’opinione degli idealisti di sinistra. Ma in questo modo non fanno il loro dovere, e la nazione può mettersi in guai seri.

Per fortuna abbiamo anche un esempio di segno contrario. In Svizzera si tengono spesso referendum sugli argomenti più vari e chissà quanti guai si potrebbero combinare, con quel sistema. E invece è successo che si è tenuto un referendum per chiedere alla popolazione se sì o no voleva il reddito di cittadinanza e - non ci crederete - ha prevalso il no. Semplicemente perché i giornali avranno chiarito chi avrebbe dovuto sborsare il denaro. Da noi, in un caso analogo, i promotori e i giornali si sarebbero espressi come se il denaro dovesse fornirlo Babbo Natale e il referendum sarebbe passato in carrozza.

Torniamo alla nostra triste realtà con la vicenda dell’Aquarius. La stampa ha presentato gli imbarcati come naufraghi, e non era vero: erano persone che avevano volontariamente preso il mare su mezzi inadeguati, nella certezza di essere presto raccolti da una nave, nel luogo dell’appuntamento. Li ha presentati come persone che sfuggivano a chissà quali oppressioni e non era vero: per oltre il novanta per cento sono emigranti economici. Ha parlato di loro come se fossero in pericolo, e non era vero: l’Aquarius è un ex guardacoste tedesco, adatto all’alto mare e alle condizioni meteorologiche avverse. Ha parlato del loro viaggio verso la Spagna come di un’odissea, e non era vero: se prima erano stipati su quel guscio di noce in oltre seicento, in seguito all’intervento delle navi italiane, sull’Aquarius sono rimasti in 100 o 150. Come se non bastasse, tutti i media - non solo stranieri ma persino italiani - hanno accuratamente nascosto che le navi che sono andate a Valenza sono state tre, di cui due italiane: cioè di quell’Italia che è stata descritta come quella che abbandona i naufraghi a mollo nel Mediterraneo. Si è parlato del mal di mare dei profughi come se non fosse una cosa abbastanza corrente, per chi ne soffre. Infine si è parlato della deviazione intorno alla Sardegna per accentuare il clima da tempesta perfetta, mentre è stata una presa in giro. Al riguardo basta ragionare.

Il vento veniva ovviamente da nord ovest. In questo caso, ormeggiandosi sotto costa, ad est della Sardegna, non ci sarebbero onde di rilievo. E dal momento che era previsto che il tempo sarebbe migliorato, bastava aspettare qualche ora e riprendere la rotta. Che del resto, se il tempo non fosse migliorato, ad ammettere (e non è vero) che la nave non tenesse il mare, non avrebbe potuto riprendere la navigazione nemmeno partendo dal nord della Sardegna. Insomma è stata una sceneggiata, giocata sulla pelle dei migranti, che forse hanno visto inutilmente prolungata di quasi un giorno la loro traversata.

Non si finirebbe mai. Una cosa è certa: riguardo all’immigrazione, gli intellettuali, i giornali, i religiosi e le anime belle di ogni pelame sbagliano pesantemente. Sono i poveri, quelli che vivono gomito a gomito con gli immigrati, che non ne possono più. E i poveri sono molto più numerosi dei ricchi. Sicché, come hanno capito Trump e Salvini, se si cerca il consenso, è al loro parere che bisogna guardare.

Il nuovo primo ministro spagnolo Sanchez tutto questo sembra non averlo ancora capito. Ma lo capirà.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

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