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Cronache
Arabia Saudita, attacco al petrolio. Colpito l'impianto più grande al mondo
LA PARTITA DEL PETROLIO - E' nelle acque territoriali scozzesi che si trovano quei giacimenti del Mare del Nord dai quali proviene larga parte della produzione petrolifera del Regno Unito. Nei 18 mesi che Salmond prevede saranno necessari per gestire la secessione insieme a Downing Street, uno dei principali temi da discutere sara' quindi la spartizione dei ricavi delle attivita' estrattive, che contano per il 19% del Pil della Scozia e per il 2% dell'economia dell'intera Gran Bretagna. Ricavi che, pero', continuano a scendere, sia per il forte calo dei prezzi sui mercati internazionali che per il tracollo della produzione, diminuita del 40% solo negli ultimi quattro anni. I proventi fiscali, invece, resterebbero alla Scozia, che avrebbe quindi la possibilita' di costruire un fondo per il welfare alimentato a idrocarburi, seguendo l'esempio norvegese. Le grandi major petrolifere si sono pero' schierate con il no. Bob Dudley e Ben van Beurden, numeri uno di Bp e Royal Dutch Shell, hanno affermato che conservare l'unione con Londra "sarebbe positivo per l'industria petrolifera e l'economia". Il timore degli operatori e' che una Scozia indipendente non possa garantire gli investimenti necessari.

I ribelli houthi dello Yemen hanno rivendicato l'attacco con droni contro due importanti installazioni petrolifere dell'Arabia Saudita. Il primo impianto colpito è la più importante installazione per il trattamento del petrolio al mondo, mentre il secondo è un campo di estrazione gestito dalla Saudi Aramco. Non è chiaro se nell'impianto di Buqyak e nel campo di Khurais ci siano stati dei feriti, e soprattutto non è ancora chiara l'entità del danno provocato.

L'attacco dimostra due cose: la prima è che la capacità militare delle milizie houthi si sta rafforzando, con i miliziani del gruppo ribelle capaci di gestire armi sofisticate, procurate loro innanzitutto dal sostegno dell'Iran. Secondo elemento, è che la continuazione degli scontri dei ribelli contro l'Arabia Saudita non fa che mantenere altissima la tensione nel Golfo Persico, e innanzitutto il livello del confronto fra Stati Uniti/Arabia Saudita e Iran. Nello Yemen da anni i ribelli houthi sono sostenuti dall'Iran nella guerra ormai di 4 anni contro l'intervento diretto dell'esercito dell'Arabia Saudita.

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