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Cronache
Arcelor deposita recesso dal contratto. Conte-M5s: scontro sullo scudo penale

Ilva, Di Maio: governo unito e compatto per trovare soluzione 

“Sono certo che tutto il governo, con unità e compattezza, saprà lavorare da squadra per trovare una soluzione concreta per l’Ilva. Una cosa è certa, nessuno può permettersi di ricattare delle persone su una scelta: vivere o lavorare. Non possiamo rimanere in ostaggio di un’azienda, Mittal deve rispettare gli impegni presi. E vi garantisco che lo Stato si farà rispettare. Da parte del MoVimento 5 Stelle c’è tutto il sostegno all’azione collegiale del governo. In questi casi serve lucidità e grande senso di responsabilità". Così in una nota Luigi Di Maio.

ArcelorMittal: depositato il recesso dal contratto, ora è scontro col governo

E’ stato depositato al Tribunale di Milano l’atto di citazione scritto dai legali di ArcelorMittal Italia in cui viene chiesto il recesso dal contratto di affitto dell’ex Ilva. Nei giorni scorsi, l’atto era stato notificato alla controparte e oggi è avvenuto il deposito, assieme agli allegati. Nell’atto di citazione, ArcelorMittal chiede in via principale al Tribunale di Milano di “accertare e dichiarare l’efficacia del diritto di recesso dal contratto di affitto con obbligo di acquisto dei rami di azienda”.    ArcelorMittal avanza al Tribunale di Milano anche delle richieste in via subordinata e cioè accertare e dichiarare che il contratto “si è risolto per sopravvenuta impossibilità” “perché è venuto meno un presupposto essenziale” e perché le società ricorrenti non hanno alcun “interesse apprezzabile parziale” all’adempimento del contratto.

Arcelor deposita il recesso dal contratto. Conte-M5s: scontro sullo scudo penale

Alta tensione, a quanto apprende l'Adnkronos, tra il premier Giuseppe Conte e la senatrice pugliese Barbara Lezzi, in mattinata a Palazzo Chigi durante la riunione sull'ex Ilva alla quale hanno preso parte i ministri Luigi Di Maio, Stafano Patuanelli e Federico D'Incà e i parlamentari tarantini del M5S. Presente, appunto, anche Lezzi: seppur leccese infatti, la senatrice si è intestata nelle settimane scorse la battaglia parlamentare che ha portato alla cancellazione dello scudo penale nel dl imprese, tra le motivazioni in seguito addotte da ArcelorMittal per recedere dal contratto sull'ex Ilva.

Durante la riunione, il presidente del Consiglio ha tentato di ragionare sulla possibilità di reinserire lo scudo penale, "così da togliere ogni alibi - avrebbe spiegato il premier ai presenti - ad ArcelorMittal, anche in vista della battaglia legale che ci attende". Ma Lezzi, già ministra nel primo governo Conte, sarebbe stata fermissima sul punto: "non lo voterò mai, puoi scordartelo". Lo scontro viene descritto come molto duro. Tanto da indurre il premier a chiedere a Lezzi come faccia a non capire le ragioni dietro le quali si muove il governo, pronto a battere ogni strada pur di risolvere la situazione di Taranto.

Le distanze sullo scudo penale sono state registrate anche nel corso della riunione di ieri tra i deputati M5S, con Nunzio Angiola, da un lato, che ha spiegato ai colleghi la sua posizione favorevole allo scudo, e altri colleghi pronti a far valere le loro ragioni, decisamente contrarie. In particolare, a scagliarsi contro Angiola sarebbero stati Giovanni Vianello e Gianpaolo Cassese.

EX ILVA: M5S, A CHIGI DIALETTICA COSTRUTTIVA, RICOSTRUZIONI INFONDATE

Le odierne ricostruzioni da parte di alcuni organi di stampa circa una rivolta dei parlamentari pugliesi del MoVimento 5 Stelle contro il presidente Conte è priva di fondamento. La riunione tenuta oggi a Palazzo Chigi, alla quale ha partecipato solo una ristretta delegazione di portavoce, e non tutti i parlamentari pugliesi, era stata richiesta dai parlamentari stessi al fine di avere un momento di confronto. La riunione è stata caratterizzata da una dialettica costruttiva, su un tema di rilevanza nazionale come quello dell'ex Ilva. Nessuno ha post aut aut né si è arrivati ai ferri corti, come da più parti riportato. Infine, precisiamo che tra i portavoce pugliesi che non hanno preso parte all'incontro la mancata partecipazione non ha dato luogo a malumori. L'obiettivo comune è quello di dare tutti una mano per trovare una soluzione che tuteli l'occupazione e la salute dei cittadini di Taranto. Per noi è giusto aspettare l'esito del ricorso dei commissari". Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo della Camera e del Senato del Movimento 5 Stelle Francesco Silvestri e Gianluca Perilli.

ArcelorMittal: i sindacati non ci stanno, tornare al Mise

I sindacati non intendono assistere alla rovina dell'ex Ilva mentre la politica discute. Fim, Fiom e Uilm hanno preso anche loro carta e penna per scrivere ad ArcelorMittal sostenendo che non sussistono le condizioni giuridiche per la rescissione del contratto di affitto e quindi per la procedura di retrocessione dei relativi rami d'azienda. Gli impegni vanno rispettati e l'azienda deve dare risposte sedendosi subito ad un tavolo al ministero dello Sviluppo economico, laddove l'accordo vincolante e' stato firmato. Nel giorno in cui si registra un nuovo incidente all'acciaieria di Taranto, le organizzazioni sindacali lanciano l'allarme sullo stato di manutenzione dello stabilimento ma soprattutto sulla riduzione dei livelli produttivi. Arcelormittal - afferma il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella - sta fermando lo stabilimento e ha smesso di approvvigionarsi di materie prime; il rischio e' che se gli altoforni cessano di operare il riavvio risultera' troppo costoso. Il gruppo franco-indiano riuscirebbe cosi' a togliere dal mercato l'acciaio pugliese, producendo altrove.I sindacati non accettano anche che si parli di esuberi e si faccia una trattativa a palazzo Chigi: "Non si fa cosi'- dichiara la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David - non siamo notai che ratificano accordi presi da altri". Noi siamo firmatari di un accordo vincolante e trovo incredibile che il tavolo al ministero dello Sviluppo economico, dove quell'accordo e' stato firmato, non sia stato riconvocato". Re David ribadisce la contrarieta' ad ipotesi di nazionalizzazione ma indica invece l'ingresso di Cassa depositi e prestiti nell'azionariato di ArcelorMittal Italia, con una quota adeguata pari al 20-30%. Diversa su questo punto l'opinione del segretario generale della Fim Marco Bentivogli: "Immaginare un ruolo pubblico, peraltro senza investitori industriali e' un film gia' visto che ha messo in ginocchio il gruppo Ilva". Secondo Bentivogli, il Consiglio dei Ministri di giovedi' e' "l'ultima chance" per varare d'urgenza una norma di portata generale che "ripari il pasticcio combinato con la soppressione dell'art.14 del decreto 'salva imprese'". L'auspicio di Bentivogli e' che "l'ambiente, l'occupazione e la sovranita' industriale del nostro paese siano piu' importanti degli interessi particolari di cura del proprio collegio elettorale e delle prossime elezioni regionali". Secondo il sindacalista, "la nostra fama di Paese politicamente inaffidabile sta facendo il giro del mondo proprio grazie allo spot negativo che rappresenta la gestione politica della vicenda Ilva" e il Presidente del Consiglio a partire dal Cdm di giovedi' deve recuperare tempo e terreno perduto e ricostruire le condizioni per riaprire i confronto.

ArcelorMittal, Di Maio: se provochi disastro ambientale paghi

“Piacerebbe a tanti imprenditori avere una norma come questa, ma se provochi un disastro ambientale devi pagare”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a “Fuori dal coro” in onda stasera su Rete 4, rispondendo a una domanda sullo scudo penale per ArcelorMittal.

 
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