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Cronache
Aspetta 5 ore con una scheggia nell'occhio ma poi lascia il pronto soccorso

Aspetta 5 ore di essere visitato ma se ne va, dopo 9 mesi arriva il conto del pronto soccorso da pagare

Cinque ore di attesa per una scheggia di ferro nell’occhio, per poi andare via senza neanche essere stato visitato. È la storia di un 38enne trevigiano il quale, dopo aver atteso a lungo l’intervento dei medici al pronto soccorso di Castelfranco, se n’è andato spazientito. Per poi, solo il giorno seguente, rivolgersi al pronto soccorso di Treviso, dove il problema era stato risolto in meno di un'ora, senza bisogno di pagare il ticket, data l'effettiva necessità. 

Ma adesso, a quasi nove mesi di distanza, il conto di Castelfranco ha “bussato” alla porta. Nello specifico, è arrivato il ticket del primo sollecito a pagare 29,30 euro, entro trenta giorni, altrimenti verrà immediatamente avviata la procedure di legge per il recupero della somma in modo coattivo. È quanto capitato a un trevigiano di 38 anni.

“Sembra assurdo”, spiega, “il problema non è stato nel dover aspettare a Castelfranco. Quanto nel fatto che qui non mi avevano dato nemmeno un antidolorifico. Continuavano solo a ripetermi che dovevo attendere, senza dare risposte”. 

L'Usl della Marca, però, sottolinea che il pagamento del ticket scatta per tutti i pazienti che si allontanano volontariamente dai pronto soccorso senza chiudere la prestazione, fermo restando che a fronte di situazioni specifiche è possibile presentare reclamo per chiedere l'annullamento della richiesta di pagamento. A Castelfranco, tra l'altro, non c'è l'oculistica. E i numerosi accessi in quel giorno di febbraio sommati all'assenza di alcuni medici avevano portato alla lunga attesa. 

“Ha usufruito di prestazioni sanitarie nell'ambito di un accesso al pronto soccorso che non si sono potute chiudere regolarmente a seguito dell'allontanamento prima della conclusione”, si legge, in sintesi, nella raccomandata di sollecito al pagamento del ticket. “In caso di allontanamento del paziente prima della completa chiusura della prestazione di pronto soccorso tramite valutazione finale, il medico che ha aperto la procedure deve obbligatoriamente registrane la chiusura come allontanamento pre-conclusione. E con questo decade ogni possibilità di accedere ai benefici previsti per eventuali esenzioni o codici d'urgenza”.

Com'è finita

Il 38enne è già rassegnato a pagare. “Anche se non è giusto”, specifica, “visto che me ne sono andato perché non ricevevo risposte. Il giorno seguente, invece, a Treviso non c'erano state difficoltà. Il quadro finale è stato quello di una iperemia congiuntivale con secrezione acquosa e alone di ruggine in esiti di corpo estraneo corneale ferroso. E dopo una terapia di 7 giorni il problema è stato definitivamente risolto”. 

Come riporta il Messaggero, dal canto suo, l'Usl della Marca specifica che la procedura è stata seguita in modo preciso e puntuale: “Il sollecito è arrivato perché tutti gli allontanamenti volontari dal pronto soccorso devono essere oggetto di riscossione, se però un utente presenta reclamo e le sue ragioni vengono ritenute valide, la richiesta di pagamento può essere annullata”. A quanto pare, però, il 38enne non seguirà questa strada. “La situazione è questa”, conclude, “ci si mette meno a pagare i quasi 30 euro che non a fare la raccomandata per inoltrare il reclamo, che poi magari potrebbe anche essere respinto”.

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