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Balocco al Codacons: "Pandori più cari per polvere rosa". E Chiara Ferragni...

Balocco al Codacons: "Pandori più cari per gli elementi rosa". E Ferragni tuona: "Rispondo solo alle Autorità"

Perché il pandoro Balocco griffato da Chiara Ferragni costava quasi sei euro in più del normale? Sembrerebbe esserci una risposta, recapitata dall’azienda cuneese Balocco in una mail al Codacons.

La risposta dei legali della Balocco spiega che la differenza di prezzo pari a 5,69 euro esistente tra il pandoro "normale" Balocco (3,68 euro) e quello "Pink Christmas" (9,37 euro) sarebbe giustificata dall'impiego di "elementi peculiari" quali il "nastro di chiusura", il "sacchetto contenente il pandoro ed il cartone espositore personalizzati con la grafica su licenza", nonché' una "bustina di polvere rosa ed uno stencil in cartoncino alimentare da utilizzare per la decorazione del pandoro". Una risposta che non convince il Codacons, il quale vorrebbe ora dalla Balocco “tutti i dettagli circa i maggiori costi sostenuti per lo zucchero a velo rosa, per la grafica diversificata, per il nastro di chiusura, così da capire se tali elementi possano giustificare un rincaro di prezzo al pubblico del +154%”.

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La difesa della Balocco prosegue poi contestando la tesi secondo cui i consumatori sarebbero stati condizionati all'acquisto dall'operazione di beneficenza associata al pandoro "Pink Christmas". Secondo la società "né sulla confezione, né sul cartiglio, né tantomeno sul materiale espositivo erano presenti indicazioni relative alla destinazione di una percentuale del ricavato (o di un importo fisso) a favore della ricerca terapeutica". Balocco – chiede l’associazione – ha quindi messo in commercio oltre 360 mila pandori ignorando che sul biglietto di cartone legato al dolce c’era scritto che l’azienda e Ferragni sostenevano l’ospedale e avrebbero comprato un nuovo macchinario per i bambini malati? È proprio questa la ragione per cui l'Antitrust che ha sanzionato la Balocco stessa e le società riconducibili a Chiara Ferragni. La stessa ragione che ha indotto la procura di Milano e poi quella di Cuneo ad accendere un faro sull’operazione di marketing e beneficenza e a indagare l’influencer e l’imprenditrice Alessandra Balocco per truffa.

Pandoro-gate, la replica del Codacons alla difesa della Balocco

"Non possiamo poi non chiederci - rincara il Codacons - dove fosse la Balocco quando Chiara Ferragni pubblicava storie e contenuti sui propri canali social dove, chiamando in causa l'azienda, legava le vendite del pandoro alla beneficenza verso i bimbi malati di cancro, e perché la Balocco non abbia mai smentito le errate affermazioni dell'influencer, prendendo le distanze da tale pubblicità ingannevole, e infine perché non abbia mai informato i consumatori circa il fatto che la donazione in favore dell'ospedale Regina Margherita di Torino era già avvenuta mesi prima - afferma il Codacons".

"Ma la vera 'chicca' dell'incredibile tesi difensiva di Balocco è l'affermazione secondo cui la campagna natalizia 2022 avviata in collaborazione con Chiara Ferragni è stata deludente e ha prodotto una perdita in termini di marginalità, motivo per cui nulla è dovuto ai consumatori", prosegue ancora l'associazione che ha deciso di “agire formalmente verso l’azienda nelle opportune sedi civili e penali per far risarcire tutti gli utenti lesi dagli illeciti emersi".

Pandoro-gate, Chiara Ferragni pronta a chiarire

Intanto l’influencer, in montagna con i due figli, la madre e la sorella, ribadisce in una nota la propria fiducia negli inquirenti e si dice "a disposizione" delle autorità competenti e ribadisce che "risponderà esclusivamente a loro", ai magistrati, nonostante “le continue sollecitazioni ricevute da vari organi di informazione".

 

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