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Cronache
Bambino morto di otite: padre, madre e omeopata indagati per omicidio colposo

Cagli (Pesaro). La morte del piccolo Francesco Bonifazi, deceduto a neanche sette anni per una semplice otite curata con l'omeopatia, ha avuto - come previsto - seri strascichi giudiziari. Avviso di garanzia pervenuto dunque al medico omeopata Massimiliano Mecozzi, che ha ricevuto anche la visita dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Pesaro, i quali hanno proceduto a perquisire l'appartamento e a sequestrare computer, telefoni, ricettari, farmaci. Mecozzi, ex adepto della setta religiosa Roveto Ardente, aveva abbandonato qualche anno fa la professione di medico per abbracciare la professione di facchino, tornando poi - purtroppo, c'è da dire - a indossare il camice bianco. 

L'avviso di garanzia è arrivato anche al papà e alla mamma del piccolo, Marco Bonifazi e Maristella Olivieri, commercianti. I due, consigliati dal Mecozzi, avrebbero cercato di debellare l'otite del piccolo con rimedi omeopatici senza somministrargli gli antibiotici necessari, per poi, quando ormai era troppo tardi, portare il bambino con la febbre molto alta all’ospedale di Urbino e di lì a quello pediatrico Salesi di Ancona. Dove purtroppo Francesco è deceduto dopo un intervento chirurgico in extremis. 

Il paese è sconvolto, Maurizio Olivieri, il nonno del piccolo, minaccia una denuncia per il dottor Mecozzi - che, stando alle dichiarazioni dei genitori avrebbe curato Francesco altre volte, senza alcuna complicazione - e del piccolo resta la foto sul profilo facebook del padre Marco (profilo la cui privacy è stata ristretta nel corso della giornata), fra i tanti post dedicati al m5s, di cui Marco Bonifazi era simpatizzante e attivista, alle scie chimiche, ai terremoti usati come armi dai governi, ai presunti complotti delle case farmaceutiche, video di Alessandro Di Battista, condivisioni dal blog di Beppe Grillo, e così via. Onnipresenti i post di un amico del Bonifazi, fissato con le scie chimiche e antivaccinista convinto. Contenuti che, alla luce dei fatti, oggi acquistano connotati inquietanti. 

Intanto si attende l'esito dell'autopsia, mentre la Procura dichiara che gli avvisi di garanzia sono un "atto dovuto" che permette agli indagati di nominare dei propri consulenti. La posizione dei genitori, ai quali i Militari dell'Arma hanno proceduto a sequestrare telefoni e computer, è inoltre sottoposta all'esame del Tribunale di Ancona, in relazione ai figli minori dei due. Uno spiraglio di luce in questo tenebroso affare: il piccolo Francesco, nella sua sfortuna, ha già salvato tre bambini grazie all'espianto di reni e fegato. Unica consolazione di questa incredibile vicenda su cui si spera venga scoperta al più presto tutta la verità. 

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