Banca Etruria, i verbali confermano: "Il papà della Boschi sotto inchiesta"
I 13 amministratori e i 5 sindaci di Banca Etruria su cui Bankitalia ha acceso un faro non sono stati indagati "perche' la banca puo' tranquillamente, finche' e' un ente privato 'in bonis', utilizzare e sperperare il proprio denaro. E' chiaro che se un domani dovesse arrivare una dichiarazione di insolvenza allora si' che questi fatti si colorerebbero...".
Lo ha detto il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, davanti alla prima commissione del Csm il 28 dicembre scorso, come emerge dai verbali della sua audizione svolta proprio quel giorno, nell'ambito della pratica aperta a palazzo dei Marescialli sulla presunta incompatibilita' tra il coordinamento che il magistrato svolge nelle indagini su Banca Etruria e l'incarico di consulenza che ha avuto con il dipartimento affari giuridici e legislativi di palazzo Chigi fino al 31 dicembre scorso. A una domanda se tra i 13 amministratori in questione figuri anche Pier Luigi Boschi, ex vicepresidente della banca e padre del ministro Boschi, il magistrato risponde: "Tra quelli sanzionati si'". Ciò significa, in sostanza, che il papà della Boschi finirà presto nel registro degli indagati, anche se il ministro ha sempre detto che su di lei non ci sarà "nessun impatto".